"È stato un lungo viaggio, ma ne è valsa la pena", così il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha commentato il vertice Nato che si è tenuto a L'Aia mercoledì, 25 giugno. I leader dell'Alleanza atlantica si sono impegnati a destinare il 5% del Pil alla difesa e alla sicurezza entro il 2035, suddiviso così: almeno il 3,5% per i requisiti fondamentali della difesa e il raggiungimento degli obiettivi militari e fino all’1,5% per infrastrutture critiche, reti, resilienza civile, innovazione e industria della difesa. Il presidente Usa si è attribuito il merito di questo risultato, definendolo "storico" e affermando che "senza di me non sarebbe mai successo". Il segretario generale Mark Rutte ha confermato: "Credo che Trump meriti le lodi ricevute". Ogni Stato dovrà presentare piani annuali per dimostrare un percorso credibile verso questo obiettivo. I progressi saranno riesaminati nel 2029. "Riaffermiamo il nostro ferreo impegno per la difesa collettiva, come sancito dall'Articolo 5 del Trattato di Washington: un attacco a uno è un attacco a tutti", si legge nel testo della dichiarazione. Confermato anche il pieno sostegno all'Ucraina, considerata fondamentale per la sicurezza dell’Alleanza.
L'incontro tra Trump e Zelensky
Mentre la Russia intensifica i bombardamenti contro l’Ucraina, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato i principali leader occidentali, incluso Donald Trump. Il faccia a faccia è durato circa 50 minuti. Il presidente ucraino ha definito il colloquio "lungo e sostanziale", aggiungendo che si è parlato di come "proteggere il nostro popolo" e "raggiungere un vero cessate il fuoco e una pace reale". "Volevo sapere come stesse" ha detto Trump, che ha definito l'incontro "molto piacevole, anche se in passato abbiamo avuto qualche momento difficile". A proposito dell’invasione russa, ha dichiarato: "Penso che Zelensky vorrebbe vedere una fine a tutto questo. Lo penso davvero. Quello che ho colto dall’incontro non poteva essere più positivo, in realtà. Ho avuto l’impressione che lui voglia che finisca. Credo sia un ottimo momento per mettere fine alla guerra. Parlerò con Vladimir Putin per vedere se possiamo farla finire". Si è riferito a Putin anche il segretario generale Rutte: "È una minaccia, nel breve e lungo periodo. Non mi fido di lui". La dichiarazione finale del summit non include riferimenti all’ingresso futuro dell’Ucraina nella Nato, al contrario di quanto accaduto lo scorso anno a Washington, ma ribadisce l’impegno sovrano degli alleati nel sostenere Kiev.
Le tensioni interne: il caso della Spagna
La Spagna ha firmato il documento Nato, ma ritiene "sufficiente" un impegno al 2,1% del Pil. Una posizione che non è stata gradita dal tycoon: "Siete l’unico Paese che non sta pagando. Non so qual è il problema. È una cosa davvero spiacevole. Ma ve la faremo pagare. Stiamo negoziando un accordo commerciale con la Spagna: li faremo pagare il doppio. E parlo sul serio. Mi piace la Spagna, è un posto meraviglioso, con gente fantastica. Vogliono un passaggio gratuito, ma dovranno ripagarcelo sul piano commerciale. Non lo permetterò, è ingiusto". Meloni ha minimizzato: "Ha fatto come noi, il testo è lo stesso". "Il fatto che nel testo ci sia il sostegno all'Ucraina, ribadito peraltro da tutti gli attori, è per noi ciò che fa la differenza. Vuol dire che tutti noi continuiamo a sostenere l'Ucraina", ha aggiunto.