Dopo la stabilizzazione del cessate il fuoco tra Israele e Iran, a Teheran è il giorno dei funerali dei vertici militari morti durante la “guerra dei 12 giorni” con Tel Aviv. Migliaia le persone per le strade della capitale della Repubblica islamica, mentre avvolte nella bandiera iraniana sfilano le bare dei comandanti e degli scienziati uccisi dai raid israeliani. Ma a qualche minuto dall’avvio delle cerimonia, sono state udite esplosioni a Eslamshahr - nella parte Ovest di Teheran - ed è stata attivata la contraerea. Allarme rientrato, per il momento. Tra la folla, in piazza, c’era il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, ma anche Ali Shamkhani, consigliere della Guida suprema Ali Khamenei e dato per morto due volte durante gli attacchi israeliani, e il comandante delle forze Quds delle Guardie rivoluzionarie, Esmail Qaani.
Intanto continuano a tenere banco le sorti dell’uranio arricchito iraniano. Sui propri profili social Iran International, il media della diaspora iraniana all’estero, ha pubblicato alcune immagini satellitari catturate da Maxar che sembrano mostrare macchinari per scavi e movimento terra al lavoro ieri nel sito nucleare iraniano di Fordow bombardato dagli Stati Uniti. Secondo il canale israeliano Channel 12 le immagini potrebbero mostrare tentativi di estrarre uranio per uso militare di cui finora non si è avuta traccia. Che parte dell’uranio possa essere stato spostato è un’ipotesi che non esclude neanche il direttore dell’Aiea, Rafel Grossi, con cui qualche giorno fa il Parlamento di Teheran ha scelto di interrompere ogni collaborazione: "Non sappiamo dove sia questo materiale, parte potrebbe essere stato distrutto, parte spostato", ha detto Grossi alla Cbs. "L'Iran aveva un programma molto vasto e ambizioso e una parte di esso potrebbe ancora essere lì", ha sottolineato. "La capacità industriale c'è. L'Iran è un Paese molto sofisticato in termini di tecnologia nucleare. Quindi non può disimparare quanto sa, operazioni militari o meno”, ha avvertito. Non è qualcosa che si risolve "in modo definitivo militarmente”.
Intorno alle capacità nucleari iraniane è ruotata l’aggressione prima israeliana e poi americana. E intorno allo stesso tema ruotano le trattative per tornare a stabilire dei rapporti tra Iran e Stati Uniti. Ieri - 27 giugno - era circolata, rilanciata dalla Cnn, l’ipotesi che Donald Trump potesse destinare alla Repubblica islamica 30 miliardi di dollari per farla tornare al tavolo dei negoziati. “Una bufala”, secondo Trump. “"Chi nei Fake News Media è il mascalzone che dice che 'il presidente Trump vuole dare all'Iran 30 miliardi di dollari per costruire siti per il nucleare civile'? Mai sentito parlare di questa idea assurda”.
Che la strada per un’intesa sia ancora lunga è confermata anche dalle parole del ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi: “Se il presidente Trump vuole davvero un accordo, dovrebbe mettere da parte il tono irrispettoso e inaccettabile nei confronti della Guida Suprema dell’Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, e smettere di ferire i suoi milioni di seguaci”, ha scritto su X, dopo che ieri il presidente Usa su Truth aveva sostenuto di aver "salvato" Khamenei "da una morte molto brutta e obbrobriosa”. "Il grande e potente popolo iraniano, che ha dimostrato al mondo che il regime israeliano non aveva altra scelta che ricorrere a 'paparino' per evitare di essere annientato dai nostri missili, non gradisce minacce e insulti - ha continuato -. Se le illusioni portassero a errori peggiori, l’Iran non esiterebbe a svelare le sue capacità reali”.