Alle 4:44 di questa mattina, 3 giugno, i servizi segreti ucraini hanno condotto un'operazione contro il ponte di Kerch, che collega la Russia continentale dalla Crimea, costruito dopo il 2014, dopo l'annessione della penisola da parte di Mosca. È la terza volta che quest'infrastruttura strategica per le forze russe viene colpita. I pilastri del ponte di Crimea sono stati prima minati sott'acqua - in un'operazione che, secondo quanto riferisce la stessa intelligence di Kiev, è durata sei mesi - e poi fatti esplodere con oltre mille chili di esplosivo. A differenza di altri episodi degli scorsi mesi, questa volta non ci sono state vittime civili. Il primo attacco c'è stato l'8 settembre del 2022, quando venne fatto esplodere un camion. Poi, nel luglio del 2023, la distruzione di due campate. Il ponte di Kerch, oltre che segnare simbolicamente la presa della Crimea da parte della Russia, è particolarmente strategico perché da lì passa tutto l'afflusso - di uomini e mezzi militari - diretti nella penisola sottratta da Moscia a Kiev.
L'attacco ucraino arriva qualche giorno dopo il blitz, anche quello organizzato dai servizi segreti di Kiev, contro basi aeree russe e contro una quarantina di caccia bombardieri di Mosca. Attacchi che, come già minacciato da diversi consiglieri di Putin, potrebbero avere dure reazioni da parte della Russia.