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15 luglio, 2025Trump si dice aperto ai colloqui, ma insiste nel dire che "gli Usa sono stati derubati da amici e nemici per decenni". Parigi e Vienna avanzano l'ipotesi di colpire le Big Tech
Bruxelles lancia l’ipotesi di un secondo pacchetto di contro-dazi dal valore di 72 miliardi di euro in caso di mancata intesa, entro il primo agosto, nella guerra commerciale innescata da Donald Trump. Sommandolo al primo round da 21,5 miliardi - varato ad aprile e per adesso congelato -, la risposta comunitaria al tycoon colpirebbe beni simbolo del made in Usa per oltre 90 miliardi.
La seconda contromisura di risposta alle imposte doganali reciproche degli Stati Uniti "vale 72 miliardi di euro" - rispetto ai quasi 100 miliardi inizialmente ipotizzati -, mentre lo strumento anti-coercizione, il bazooka commerciale dell'Ue, "è sul tavolo", ma la valutazione avverrà "passo dopo passo", ha confermato il commissario Ue al Commercio, Maroš Šefčovič, al termine della riunione con i ministri dei 27 Stati membri.
Ancora turbata dalla mancata intesa che - per stessa ammissione pubblica del capo negoziatore Šefčovič - "sembrava vicina", l'Unione europea ha scelto per ora di optare per una seconda lista di contro-dazi, seppur alleggerita. Una pressione "calibrata" per non far saltare il tavolo e, al contempo, non farsi cogliere impreparati in caso di un secco "no" da parte degli Usa.
Dall'altra parte dell'Atlantico, Trump si è detto aperto a un dialogo con i Ventisette, ma continua con la retorica del saccheggio da parte dell'Ue (e non solo): "Gli Stati Uniti sono stati derubati da amici e nemici, nel commercio - e nell'esercito! -, per decenni", ha ribadito, rilanciando la promessa di "fare ciò che è giusto per l'America".
Alcuni Stati membri, però, hanno iniziato a mostrare una certa insofferenza verso la linea morbida di Ursula von der Leyen nella guerra commerciale. Prima fra tutte è la Francia che, per bocca del ministro per il Commercio estero Laurent Saint-Martin, ha chiesto - insieme all'Austria - di mettere le Big Tech nel mirino. "Non devono esserci tabù nella risposta europea", ha scandito il francese, ricordando che il "rapporto di forza" lo ha innescato lo stesso Trump il cui obiettivo, ha rincarato il ministro del lavoro austriaco Wolfgang Hattmannsdorfer, "non sembra essere l'armonia". Più intenzionati a negoziare, invece, Berlino e Roma, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani volato questa mattina a Washington per incontrare il segretario di Stato Usa, Marco Rubio.
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