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21 luglio, 2025Articoli correlati
"La guerra deve finire ora", si legge nell'appello. Intanto continuano i raid di Tel Aviv, l’uso della fame come arma di guerra e altre gravi violazioni del diritto internazionale, in una crisi umanitaria insostenibile
Mentre descriveva la crisi umanitaria, Anas Al Sharif si è fermato ed è scoppiato in lacrime in diretta Tv. È stremato, come tutti a Gaza, ha fame, come tutti a Gaza. "Continua così Anas, sei la nostra voce", gli dice un passante. Nella Striscia la situazione umanitaria è così grave che anche raccontarla è uno sforzo sovraumano. L'Unrwa, l'agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, denuncia un drammatico peggioramento della crisi alimentare. Sono ormai quotidiani i "messaggi disperati di fame" dal personale sul campo. Secondo l’agenzia, i prezzi dei generi alimentari sono aumentati fino a 40 volte rispetto al normale, a causa della gravissima carenza di beni di prima necessità. Secondo le autorità sanitarie locali, almeno tre neonati sono morti per fame e malnutrizione nell’ultima settimana e 18 persone sarebbero decedute per inedia in sole 24 ore tra sabato 19 e domenica 20 luglio. Il direttore dell’ospedale al-Shifa di Gaza Mohammed Abu Salmiya ha riferito che molti bambini sotto l’anno di età soffrono per la mancanza di latte, con conseguenze irreversibili sul loro sistema immunitario.
Intanto, non si fermano i raid israeliani. Oggi un attacco ha colpito un impianto di desalinizzazione nel quartiere al-Rimal, a Gaza City: almeno cinque le vittime, tra cui una donna, secondo l’agenzia palestinese Wafa. La Difesa Civile riferisce di nuovi colpi di artiglieria anche a Deir Al-Balah, nel centro della Striscia, appena un giorno dopo l'ordine di evacuazione da parte dell’esercito israeliano. "I bambini vengono colpiti come se fosse un gioco", ha testimoniato il chirurgo britannico Nick Maynard. A Gaza sta eseguendo interventi chirurgici d’emergenza sotto le bombe, curando minori malnutriti e assistendo pazienti con ferite gravissime. "Un giorno hanno tutti ferite alla testa, il giorno dopo al collo, poi agli organi genitali. Le ferite seguono uno schema preciso e ripetuto. Non può essere un caso".
Di fronte a una tragedia che sembra infinita, 24 Paesi — tra cui l’Italia, insieme a Francia, Regno Unito, Spagna, Canada e altri — hanno firmato una dichiarazione congiunta senza precedenti, per chiedere l’immediato cessate il fuoco e denunciare il rifiuto di Israele di permettere l’accesso agli aiuti umanitari. "La sofferenza dei civili a Gaza ha raggiunto livelli insostenibili", si legge nel documento. "Condanniamo la lentezza nella distribuzione degli aiuti, l’uso della fame come arma di guerra e l’uccisione di civili mentre tentano di procurarsi acqua e cibo". L'appello condanna anche il piano di insediamento nei territori occupati della Cisgiordania. Se attuato, spezzerebbe in due il futuro Stato palestinese, violando il diritto internazionale: "Ci opponiamo a ogni tentativo di modifica demografica o territoriale nei territori occupati. Lo sfollamento forzato permanente è inaccettabile". Il documento conclude esprimendo pieno sostegno "agli sforzi di Stati Uniti, Qatar ed Egitto per raggiungere una mediazione". "Siamo pronti ad adottare ulteriori misure per un cessate il fuoco immediato e un percorso politico di pace per israeliani, palestinesi e l'intera regione".
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