Politica
26 luglio, 2025La premier non segue Macron: "Può essere addirittura controproducente. Se qualcosa non esiste” e “viene riconosciuto sulla carta, il problema rischia di sembrare risolto quando non lo è". Per Salvini, sarebbe "un regalo ad Hamas"
Il governo italiano frena sul riconoscimento dello Stato di Palestina e, per ora, sceglie di non seguire quanto annunciato dalla Francia e, prima ancora, da altri Paesi europei come Spagna e Irlanda. A sottolinearlo è la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Repubblica: “L’ho detto varie volte, anche in Parlamento. L’ho detto alla stessa autorità palestinese e l’ho detto anche a Macron: io credo che il riconoscimento dello Stato di Palestina, senza che ci sia uno Stato della Palestina, possa addirittura essere controproducente per l’obiettivo”. La premier non indica un orizzonte temporale, ma spiega solo che, “se qualcosa non esiste” e “viene riconosciuto sulla carta, il problema rischia di sembrare risolto quando non lo è”.
Negli ultimi giorni – di fronte a una crescente pressione internazionale che cammina di pari passo al peggiorare della situazione umanitaria a Gaza, stretta tra fame e bombe – qualche (timido) passo in avanti da parte del governo italiano c’è stato con la firma, lo scorso 22 luglio, di una lettera insieme ad altri 24 Paesi da parte del ministro degli Esteri Antonio Tajani per chiedere a Israele di raggiungere “immediatamente” un cessate il fuoco e far entrare il prima possibile aiuti umanitari nella Striscia. Ma questo non basta ancora per spingere Meloni e i suoi ministri a seguire l’annuncio di Macron, che ha immediatamente attirato le critiche di Benjamin Netanyahu e di Donald Trump. “Quanto ho detto è la ragione per la quale essendo favorevolissima allo Stato della Palestina, non sono favorevole al suo riconoscimento a monte di un processo per la sua costituzione”, questa la linea dettata dalla premier.
Un nitrito – “Ihihihihihi!” – e poi una spiegazione, a metà tra l’ironico e il politico: “Questa è la furia ecologista…”. Il consigliere comunale di Reggio Emilia, Paolo Burani dell’Alleanza verdi-sinistra, lo scorso 23 luglio ha scelto, con un intervento sicuramente originale – facendo il verso a un cavallo – di portare tra gli scranni del Consiglio comunale le sue istanze ambientaliste. A quel punto l’assemblea si è divisa in due: c’era chi rideva, e chi si imbarazzava. Dietro al consigliere di Avs, un’assistente si è coperto il volto con le mani per diversi minuti
Dopo quel nitrito, Burani è partito all’attacco della destra citando un po’ di tutto: dai dazi di Trump ai pesticidi, dal decreto Sicurezza al caso Bibbiano. Contattato al telefono dalla Gazzetta di Reggio, il consigliere ha spiegato questa scelta: “Volevo attirare l’attenzione, ma non lo rifarei. Non vorrei che si perda il senso del discorso. Ho parlato – ha spiegato – di ‘furia ambientalista’ perché sono mesi che la destra ci attacca dicendo che l’ambientalismo frena il progresso e l’industrializzazione, quando invece c’è un clima che ci sta ammazzando, stiamo consumando le risorse del pianeta a una velocità insostenibile. Il problema non è l’ambientalismo – ha aggiunto – è questa narrazione becera e populista che da tempo agita la destra italiana. Nessuno racconta ciò che viene dopo, quando la realtà bussa alla porta: inquinamento e giustizia sociale”.
Per Matteo Salvini, riconoscere lo Stato palestinese "adesso è un regalo ad Hamas" e "ai terroristi islamici. Prima si rilasciano gli ostaggi, e prima si scioglie quella che è riconosciuta a livello planetario come un'organizzazione terroristica - ha detto parlando da Firenze dove il leader leghista è per un sopralluogo al cantiere del passante ferroviario dell'Alta velocità -. È come se noi ai tempi avessimo ragionato con le Brigate Rosse, di questo si tratta. Io regali ai terroristi islamici non ne faccio".
Ieri – 25 luglio – era stato Tajani a intervenire: “L’Italia – ha spiegato – è per la soluzione due popoli e due Stati, ma il riconoscimento del nuovo Stato palestinese deve avvenire in contemporanea con il riconoscimento da parte loro dello Stato di Israele. A noi interessa la pace, non la vittoria di uno sull’altro”. Per poi aggiungere: “È giunto il momento di arrivare ad un immediato cessate il fuoco”.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Cementopoli - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 25 luglio, è disponibile in edicola e in app