L'Ungheria di Viktor Orbán continua la sua battaglia contro la libera espressione. Il Paese ha vietato al gruppo rap irlandese Kneecap, noto per sue posizioni a favore della popolazione palestinese di Gaza, di superare i confini magiari e di esibirsi allo Sziget Festival. L'accusa delle istituzioni ungheresi è quella di aver fatto discorsi d'odio antisemiti e aver inneggiato al terrorismo, elogiando Hamas ed Hezbollah. A comunicarlo, tramite i social, il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs: "Tolleranza zero per l'antisemitismo" e dovere di proteggere le comunità ungheresi, in particolare quelle ebraiche" spiega. "Concedere loro un palco normalizza l'odio e il terrore e mette a repentaglio i valori democratici".

"Questo è ciò che chiamiamo 'notifica tramite avviso pubblico'", ha scritto ancora Kovacs, pubblicando le lettere ufficiali delle autorità per l'immigrazione che mettono al bando i Kneecap. Dalle carte si legge che il loro ingresso nel Paese rappresenterebbe una "seria minaccia alla sicurezza nazionale". 

La decisione di Budapest segue le polemiche recenti che hanno visto protagonisti gli artisti. Durante le loro recenti performance - l'ultima quella al Glastonbury Festival nel Regno Unito - il frontman Mo Chara ha accusato Israele di aver commesso crimini di guerra a Gaza. Londra ha anche accusato di terrorismo Mo Chara per aver esposto una bandiera a sostegno di Hezbollah. Incriminazione respinta dal frontman. Nelle scorse settimane, i Kneecap, insieme ad altri artisti come Massive Attack, Brian Eno e Fontaines Dc, hanno creato un sindacato per musicisti critici dell'attacco militare israeliano a Gaza per tutelarli da "campagne aggressive e vessatorie" da parte di sostenitori filo-israeliani.