A Gaza non passa giorno senza che si faccia una conta dei morti. Dall’alba di oggi, secondo il ministero della Salute controllato da Hamas, sono almeno 82 le persone che sono state uccise dai bombardamenti israeliani, di cui 33 mentre erano in fila presso i centri di assistenza della controversa Gaza Humanitarian Foundation. Tredici palestinesi sarebbero morti in un raid di Israele su una tenda ad al-Mawasi, nel Sud della Striscia, mentre altre 12 sono rimaste uccise - e tante altre ferite - in un attacco alla scuola Mostafa Hafez, che ospita sfollati a Ovest di Gaza City.
Intanto emergono nuovi dettagli sul raid che qualche giorno fa ha preso di mira - uccidendo oltre 30 persone - il bar sul lungomare di Gaza che era usato dai giornalisti perché era uno dei pochi Internet point dell’enclave palestinese. Secondo un’inchiesta del Guardian, Israele avrebbe usato una bomba da 230 chili, “arma potente e indiscriminata che genera un'onda d'urto dirompente e sparpaglia schegge su un'ampia area”. “Gli esperti di diritto internazionale – scrive il quotidiano britannico – hanno affermato che l'uso di tali munizioni è quasi certamente illegale e potrebbe costituire un crimine di guerra”.
Mentre le bombe continuano a cadere sulla Striscia, la diplomazia prova a fare i suoi difficili passi e lavora per concretizzare bozza di tregua anticipata due giorni fa da Donald Trump. Hamas, secondo quanto scrivono Haaretz e Timef of Israel, avrebbe espresso “soddisfazione” per la nuova proposta di cessate il fuoco. Le sue principali preoccupazioni, sottolinea il media saudita Asharq News, riguarderebbero l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia e il ritiro dell’esercito israeliano alle aree della Striscia di Gaza. E il New York Times scrive che, nell’ambito di un nuovo ipotetico accordo, Hamas non terrà cerimonie pubbliche durante la liberazione degli ostaggi, come invece successo durante la prima tregua, poi saltata.