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8 luglio, 2025La decisione arriva dopo la condanna del co-presidente Grigory Melkonyants a cinque anni di carcere per aver organizzato le attività di un'organizzazione ritenuta "indesiderata"
Golos, organizzazione indipendente russa impegnata da 25 anni nel monitoraggio delle elezioni e nella denuncia di irregolarità e brogli, ha annunciato ufficialmente la cessazione delle sue attività. La decisione arriva dopo la condanna a cinque anni di carcere inflitta a Grigory Melkonyants, co-presidente del gruppo, accusato dalle autorità russe di "coordinare le attività di un'organizzazione indesiderata".
La sentenza ha messo in allarme gli attivisti, che ora temono ripercussioni non solo per chi collabora direttamente con l'associazione, ma persino per chi si è rivolto in passato al gruppo per consulenze o supporto legale. A fronte di queste minacce, Golos ha comunicato che chiuderà tutte le sue sedi regionali, interromperà l'aggiornamento del proprio sito web e dei propri account social e sospenderà immediatamente la raccolta fondi. “Se vi trovate in Russia o prevedete di visitarla”, si legge nel messaggio di addio del gruppo, “vi raccomandiamo vivamente di non condividere più contenuti provenienti dai siti o dagli account social del movimento Golos. Nel caso abbiate già condiviso tali contenuti in passato, vi consigliamo di eliminarli per evitare eventuali procedimenti giudiziari per diffusione di materiale proveniente da un'organizzazione indesiderata”.
Fondata nel 2000, Golos era stata già dichiarata nel 2013 "agente straniero" dal ministero della Giustizia russo, una classificazione spesso utilizzata dalle autorità per limitare l'azione delle organizzazioni indipendenti. Nonostante la totale interruzione dei rapporti con la rete europea Enemo, già definita indesiderata dal governo russo, la recente sentenza ha equiparato di fatto Golos alla stessa Enemo, spingendo l'organizzazione verso la chiusura definitiva. La legge sugli agenti stranieri, utilizzata strumentalmente per attività di censura, è diventata un modello anche per altri Paesi della sfera d’influenza di Mosca, come la Georgia e, più di recente, l’Ungheria.
Durante il processo, scrivono gli attivisti, non è stata presentata alcuna prova di attività illecite svolte da Golos, né è stato dimostrato alcun danno agli interessi della Federazione russa o dei suoi cittadini: “Al contrario”, aggiungono, “il nostro lavoro era profondamente patriottico, focalizzato sulla difesa della reale sovranità dei cittadini russi, ovvero il loro diritto di partecipare alla gestione del proprio Paese”.
Nel finale del comunicato Golos si congeda con amarezza: "Purtroppo la giustizia non sempre prevale: bisogna lottare per ottenerla e c’è sempre il rischio di perdere. Questa volta abbiamo perso. Addio”.
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