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11 agosto, 2025Tra le vittime anche il noto reporter al-Sharif. L'Idf: "Un terrorista che si spacciava per giornalista"
I sei giornalisti di Al-Jazeera uccisi dall'esercito israeliano nelle ultime 48 ore non sarebbero morti a causa di un errore, ma in un "attacco mirato". A dirlo è la stessa emittente, denunciando un raid israeliano nella Striscia di Gaza nel quale hanno perso la vita due suoi reporter e tre cameraman. Fra i sei c'è anche uno dei volti più noti di Al-Jazeera, Anas al-Sharif, che i militari dell'Idf hanno ammesso di aver preso di mira in quanto "terrorista" che, però, "si spacciava per giornalista". "Sembra essere stato un attacco mirato israeliano" contro una tenda utilizzata dai suoi reporter a Gaza City, ha riferito l'emittente araba.
Vittime del raid, oltre al 28enne al-Sharif e all'altro corrispondente, Mohammed Qreiqeh, anche i cameramen Ibrahim Zaher, Mohammed Noufal e Moamen Aliwa. L'ultima, "il fotoreporter Mohammed Al-Khaldi, deceduto (oggi, 11 agosto, ndr) per le ferite riportate. Questo porta a sei" il numero delle vittime di questo attacco, ha denunciato la testata televisiva. Al-Sharif "era a capo di una cellula terroristica di Hamas ed era responsabile della preparazione di attacchi con razzi contro civili israeliani e truppe (israeliane, ndr)", hanno affermato i militari dell'Idf su Telegram.
In tutto, sarebbero otto le persone rimaste uccise nell'attacco israeliano contro la tenda dei reporter, che si trovava davanti all'ospedale di al-Shifa. Si tratta di "un altro attacco palese e premeditato alla libertà di stampa", scrive l'emittente in una nota. "Questo attacco arriva nel mezzo delle conseguenze catastrofiche dell'assalto israeliano in corso a Gaza. L'ordine di assassinare Anas al-Sharif, uno dei giornalisti più coraggiosi di Gaza, e i suoi colleghi, è un tentativo disperato di mettere a tacere le voci che denunciano la presa imminente di Gaza e la sua occupazione". Servono "misure incisive per fermare il genocidio in atto e porre fine agli attacchi deliberati contro i giornalisti", ha chiesto Al-Jazeera alla comunità internazionale.
Sul profilo X di Al-Sharif è apparso un lungo post, datato il 6 aprile, che è un vero e proprio testamento, scritto quando il giornalista sapeva di avere i giorni contanti, perché target della diffamatoria campagna d'odio di Israele: "Vi affido la Palestina, il gioiello della corona dei musulmani e il cuore pulsante di ogni persona libera in questo mondo. Vi affido il suo popolo e i suoi bambini oppressi, che non hanno avuto il tempo di sognare e di vivere in sicurezza e in pace. I loro corpi puri furono schiacciati da migliaia di tonnellate di bombe e missili israeliani, fatti a pezzi e i loro resti furono sparsi sui muri".
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