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12 agosto, 2025Il premier ungherese non firma la dichiarazione congiunta: "Niente istruzioni dalla panchina"
Ai tavoli di pace tra Donald Trump e Vladimir Putin, previsti per il 15 agosto in Alaska, deve partecipare anche Kiev. È la richiesta avanzata da Bruxelles, come si legge in una dichiarazione congiunta - firmata nella notte tra l'11 e il 12 agosto -, dal presidente del Consiglio europeo e da tutti i Paesi membri, eccetto l'Ungheria. "Una pace giusta e duratura che porti stabilità e sicurezza deve rispettare il diritto internazionale, compresi i principi di indipendenza, sovranità, integrità territoriale e l'inviolabilità dei confini internazionali. Il percorso verso la pace in Ucraina non può essere deciso senza l'Ucraina. Negoziati significativi possono aver luogo solo nel contesto di un cessate il fuoco o di una riduzione delle ostilità".
Garanzie di sicurezza e adesione all'Ue
I capi di Stato e di governo si sono poi detti pronti a fornire garanzie di sicurezza per Kiev, per permetterle di continuare senza ostacoli esterni il suo iter per assicurarsi una sedia a Bruxelles: "L'Ue e gli Stati membri sono pronti a contribuire ulteriormente alle garanzie di sicurezza sulla base delle rispettive competenze e capacità, in linea con il diritto internazionale e nel pieno rispetto della politica di sicurezza e di difesa di alcuni Stati membri, tenendo conto degli interessi di sicurezza e di difesa di tutti gli Stati membri. L'Ue sottolinea il diritto intrinseco dell'Ucraina di scegliere il proprio destino e continuerà a sostenere l'Ucraina nel suo percorso verso l'adesione all'Ue".
"Noi, i leader dell'Unione europea, accogliamo con favore gli sforzi del presidente Trump volti a porre fine alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e a conseguire una pace e una sicurezza giuste e durature per l'Ucraina. L'Unione europea, in coordinamento con gli Stati Uniti e altri partner che condividono gli stessi principi, continuerà a fornire sostegno politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico all'Ucraina, che sta esercitando il suo diritto intrinseco all'autodifesa. Continuerà inoltre a sostenere e ad applicare misure restrittive nei confronti della Federazione russa", si legge ancora nella dichiarazione congiunta.
Orbán non ci sta
Una richiesta che agli occhi del premier magiaro sembra, più che altro, una pretesa impossibile da sostenere. In un post sul suo profilo X, Viktor Orbán ha criticato fortemente la dichiarazione Ue, su cui manca soltanto la sua firma, sottintendendo che i Ventisette sono spettatori esterni del conflitto e che chi può veramente decidere le sorti del Paese guidato da Volodymyr Zelensky sono Trump e Putin: "Il fatto che l'Ue sia rimasta ai margini è già di per sé triste. L'unica cosa che potrebbe peggiorare la situazione è se iniziassimo a impartire istruzioni direttamente dalla panchina."
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