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21 agosto, 2025Nessun candidato di sinistra andrà al ballottaggio del prossimo 19 ottobre. Nei prossimi 18 mesi, Cile, Colombia, Perù e Brasile andranno al voto, mentre Ecuador e Argentina hanno già governi conservatori
Al primo turno delle elezioni presidenziali di domenica 17 agosto, la Bolivia ha scelto di voltare pagina. Nessun candidato di sinistra al ballottaggio del prossimo 19 ottobre, che vedrà sfidarsi il senatore di centro-destra Rodrigo Paz Pereira (32%) e l’ex presidente ad interim di destra Jorge “Tuto” Quiroga (27%). Non succedeva da vent’anni che il principale partito di sinistra Movimento al Socialismo (Mas) perdesse le elezioni, imploso per via delle divisioni interne tra i sostenitori dell’ex presidente Evo Morales e quelli dell’attuale capo di Stato Luis Arce. Complice l’inflazione alle stelle, la diffusa carenza di carburante, l’aumento della criminalità, oltre che l’accusa di non aver saputo gestire questi problemi.
La crisi economica dovuta alla pandemia ha fatto perdere molto consenso alla sinistra in tutta la regione sudamericana, provocando di conseguenza un’avanzata della destra. Nei prossimi 18 mesi, Cile, Colombia, Perù e Brasile andranno al voto, mentre Ecuador e Argentina hanno già governi di destra. In Colombia, il sostegno al presidente Petro sembra vacillare, anche per il mancato raggiungimento di accordi di pace con i gruppi armati. In Perù, in testa ai sondaggi vi sono Rafael López Aliaga, sindaco di Lima e membro del partito conservatore Rinnovamento Popolare, e Keiko Fujimori, figlia ed erede politica dell'ex presidente peruviano Alberto Fujimori. In Cile, il candidato della destra radicale José Antonio Kast è in testa ai sondaggi, con il 25% delle preferenze. Anche il Brasile andrà al voto nel 2026, dove però il presidente Lula rimane in testa per un secondo mandato. Quel che era sembrato un ritorno della Marea Rosa (o Pink Tide), ovvero la svolta a sinistra dei governi sudamericani del XXI secolo, riemersa con l’elezione di Petro nel 2022, sembra svanire sotto il peso della crisi economica e del bisogno di risposte concrete.
La sconfitta della sinistra boliviana apre a nuovi scenari per l’intera regione, con una destra che sembra saper rispondere meglio alle istanze della classe medi. In particolare, le questioni riguardanti la sicurezza risultano centrali, con il modello autoritario del presidente salvadoregno Nayib Bukele che avanza come punto di riferimento per la gestione della sicurezza.
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