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27 agosto, 2025Secondo quanto riportato dalla tv locale, almeno tre statunitensi vicini a Trump si troverebbero sull'isola artica per "influenzare" la popolazione e stilare una lista di nomi di cittadini che sostengono piani secessionisti
Il ministro degli esteri danese, Lars Løkke Rasmussen, ha convocato nella giornata di mercoledì 27 agosto il diplomatico statunitense di massimo grado presente nel Paese, l’incaricato d’affari Mark Stroh (attualmente gli Stati Uniti non hanno un ambasciatore a Copenaghen, ndr). Convocazione che arriva dopo la notizia riportata dall’emittente pubblica danese DR secondo cui cittadini americani avrebbero condotto "operazioni di influenza segrete" in Groenlandia. “Qualsiasi tentativo di ingerenza negli affari interni del regno sarà ovviamente inaccettabile", ha dichiarato Rasmussen in un comunicato stampa. “Siamo consapevoli che attori stranieri continuano a mostrare interesse per la Groenlandia e per la sua posizione nel Regno di Danimarca. Non sorprende, quindi, che in futuro assisteremo a tentativi esterni di influenzare il futuro del Regno”, ha aggiunto.
Secondo quanto riportato da DR, che cita fonti governative e di sicurezza anonime, almeno tre americani vicini al presidente statunitense Donald Trump si troverebbero in Groenlandia per "influenzare" la popolazione e stilare una lista di nomi di cittadini che sostengono piani secessionisti, oltre che coltivare contatti con politici e imprenditori del posto. DR ha affermato di non essere stata in grado di chiarire se gli americani stessero agendo di propria iniziativa o su ordine di qualcun altro. Tuttavia, l’emittente sarebbe a conoscenza dei loro nomi, ma avrebbe scelto di non pubblicarli per proteggere le proprie fonti.
Se alcuni alti funzionari danesi hanno cercato di minimizzare il richiamo del diplomatico Stroh, affermando che i tre cittadini statunitensi avrebbero agito in modo dilettantistico e senza alcun legame con l’intelligence americana, altri, invece, hanno reagito con indignazione: “Questo significa che tutta la vicenda relativa alla Groenlandia non è ancora conclusa", ha dichiarato l'ex ministro degli Esteri, Martin Lidegaard, all'emittente televisiva TV2. Aaja Chemnitz, deputata groenlandese nel parlamento danese, ha dichiarato: “È al di là di ogni scherzo che si tenti di infiltrarsi nella società groenlandese in questo modo. È la Groenlandia stessa che deve decidere cosa vogliamo e quale futuro vogliamo.” Già lo scorso maggio, un altro rapporto del Wall Street Journal aveva suggerito che alle agenzie di spionaggio statunitensi era stato ordinato di concentrare i propri sforzi sulla Groenlandia, e in particolar modo sul movimento indipendentista presente sul territorio.
La Groenlandia, che fa parte del Regno di Danimarca come territorio autonomo, è da tempo nel mirino di Trump, che dopo la sua elezione aveva spiegato di "averne bisogno", in particolare per la sicurezza degli Stati Uniti, non escludendo di poterla conquistare con la forza. Gli interessi americani riguarderebbero soprattutto la ricchezza di risorse naturali, in particolare terre rare, e la posizione strategica nell’artico. La risposta dei groenlandesi è stata finora chiara e ferma: “Non siamo in vendita” aveva dichiarato Múte Egede, il primo ministro della Groenlandia.
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