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5 agosto, 2025Il presidente degli Stati Uniti punta a rilanciare la produzione americana, ma l’industria teme gravi conseguenze su costi e forniture
Durante un’intervista a Cnbc, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l’intenzione di introdurre dazi doganali sui farmaci importati, con un’aliquota che potrebbe salire progressivamente fino al 250%. "Inizieremo con una piccola imposta", ha dichiarato Trump, "poi, nel corso di un anno, massimo un anno e mezzo, passeremo al 150%, poi al 250%". È la proposta tariffaria più aggressiva che il presidente abbia mai avanzato per un singolo settore. Tuttavia, come già accaduto in passato con altre minacce di dazi, non vi è alcuna garanzia che l’amministrazione le metta effettivamente in atto.
L’obiettivo è incentivare le aziende a riportare la produzione di medicinali sul suolo statunitense, dopo decenni di delocalizzazione. "Vogliamo che i farmaci vengano prodotti nel nostro Paese", ha dichiarato Trump. Alcune grandi aziende del settore, come Eli Lilly e Johnson & Johnson, hanno già annunciato nuovi investimenti negli Stati Uniti, nel tentativo di allinearsi alle richieste della Casa Bianca.
Fonti del settore, però, hanno lanciato l’allarme: tariffe di questa entità potrebbero avere effetti negativi sui prezzi al dettaglio, scoraggiare nuovi investimenti e compromettere la stabilità della catena di fornitura dei medicinali, con conseguenze potenzialmente gravi per i pazienti.
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