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9 agosto, 2025I due leader si incontreranno negli Usa, poi un secondo bilaterale in Russia. Il presidente ucraino frena sulla possibilità di cedere i territori occupati: "Non daremo ricompense a Mosca, ogni decisione senza Kiev non porterà a nulla"
C’è una data e c’è un luogo: Donald Trump e Vladimir Putin si vedranno il 15 agosto in Alaska, negli Stati Uniti al di là dello Stretto di Bering che divide i due Paesi, come ha annunciato questa notte l’inquilino della Casa Bianca sul suo social Truth. Poi, il successivo incontro tra i due leader sarà in Russia, ma è ancora da programmare. Né gli Emirati Arabi Uniti, come era emerso in un primo momento, né tantomeno Roma ospiteranno quindi l’attesissimo vertice, il primo da quando il tycoon è stato rieletto e il primo di così alto livello da quando Mosca ha invaso l’Ucraina. L'ultima volta che Putin ha incontrato un leader statunitense è stato nel 2021 con l'allora presidente Joe Biden, a Ginevra. Di fronte a Trump, invece, si era seduto nel 2018 a Helsinki.
Archiviata la pratica data e luogo, ci sono i temi che continuano a dividere le parti. E che sembrerebbero scontentare l’Ucraina che, per ora, non è invitata a sedersi al tavolo nei negoziati, nonostante sia una delle due parti in causa. Anche se alti funzionari americani, dell’Ucraina e di diversi Paesi europei avrebbero in programma di incontrarsi questo fine settimana nel Regno Unito per tentare di raggiungere posizioni comuni in vista del vertice Trump-Putin di Ferragosto.
"Scambio di territori"
In un punto stampa con i giornalisti, ieri sera — 8 agosto — Trump ha accennato alla possibilità di un accordo che potrebbe comportare “uno scambio di territori... a vantaggio sia dell'Ucraina che della Russia. Si tratta — ha aggiunto il presidente Usa — di un territorio conteso da tre anni e mezzo. Molti russi sono morti, molti ucraini sono morti, quindi stiamo valutando la situazione. Stiamo cercando di recuperarne alcuni e di scambiarne altri. È complicato, in realtà non è affatto facile. Ne recupereremo alcuni, ne scambieremo altri”.
Zelensky: "Nessuna pace senza l'Ucraina"
L’ipotesi è che vengano riconosciuti alla Russia quei territori occupati nell’Est dell’Ucraina e che Mosca considera parte integrante del proprio territorio nazionale. Ma da Kiev questa mattina è arrivata la replica (critica) di Volodymyr Zelensky: “Gli ucraini difendono ciò che è loro. Ovviamente, non daremo alla Russia nessuna ricompensa per quello che ha fatto. La risposta alla questione territoriale ucraina è già nella costituzione dell'Ucraina. Gli ucraini non regaleranno la loro terra all’occupante”, ha scritto su Telegram. “L’Ucraina — ha aggiunto — è pronta a prendere decisioni concrete che possano portare alla pace. Qualsiasi decisione contro di noi, qualsiasi decisione che escluda l'Ucraina, è allo stesso tempo una decisione contro la pace e non porterà a nulla. Sono decisioni morte, non funzioneranno mai. E noi tutti abbiamo bisogno di una pace reale, viva, che le persone rispettino”.
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