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10 settembre, 2025Articoli correlati
Sono stati i tre temi principali dell'intervento della presidente della Commissione europea in plenaria a Strasburgo; un discorso in cui ha ricordato ai deputati dei vari gruppi politici l'urgenza di fare fronte comune interno contro le enormi difficoltà esterne
Gaza, difesa europea e competitività come baluardo della nostra sovranità: questi sono stati i tre temi principali del discorso sullo Stato dell'Unione 2025 della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Un discorso in cui ha anche ricordato ai deputati dei vari gruppi politici la necessità di fare fronte comune interno contro le enormi difficoltà esterne, dopo mesi di attacchi reciproci. Un appello che però non sembra avere fatto breccia: Manfred Weber, presidente del gruppo dei popolari, ha infatti iniziato il suo discorso di risposta alla presidente della Commissione attaccando la presidente dei socialisti, Iratxe Garcia, accusandola di non sostenere gli sforzi della Commissione sulla deregolamentazione interna, e lei ha poi risposto accusandolo di essere l'elemento principale di disunità della coalizione delle forze democratiche ed europeiste. Ma veniamo ai temi.
Gaza e Israele
Qualcosa si muove. Per la prima volta la presidente della Commissione europea ha annunciato la sospensione di una parte dei fondi di ricerca Horizon a Israele, annunciato sanzioni sui ministri di estrema destra e sui coloni violenti e chiesto una parziale sospensione degli accordi commerciali con Israele. Ha poi aggiunto che l'Unione europea istituirà un gruppo di donatori per la Palestina e un fondo internazionale mirato alla ricostruzione. «Quello che succede a Gaza scuote la coscienza del mondo», ha detto: «La fame causata dall'uomo non può essere uno strumento di guerra». Ma von der Leyen ha anche più volte ripetuto che su Israele l'Europa è ancora divisa: «È penoso guardare come non riusciamo a trovare un accordo», rinviando di fatto palla e responsabilità nel campo del Consiglio Europeo, ovvero dei leader dei 27 stati membri. A loro l'onere di accettare le proposte della Commissione. La presidente ha ribadito che «l'unico piano di pace possibile è fondato sulla soluzione dei due Stati».
Difesa europea e Ucraina
Il fulcro del discorso è stato l'appello accorato all'Europa perché sia pronta a combattere, non contro se stessa (mai è stata tanto divisa internamente) ma contro i nemici esterni. «L'Europa ha lo stomaco per combattere e volontà politica di scendere a compromessi?», ha detto, ribadendo come la libertà dell'Ucraina sia anche libertà dell'Europa, e annunciando che 26 Stati membri si sono detti disponibili a fare parte di una "forza di rassicurazione" in Ucraina o di sostenerla finanziariamente. Aggiungendo che serve maggior sostegno per l'Ucraina ha detto di volere utilizzare tutti i proventi degli asset russi congelati in Europa, senza però disporne. E ha menzionato l'urgenza di espandere l'abilità ucraina nel creare droni in un'industria di larga scala con il supporto economico e industriale europeo, mettendo sul piatto sei miliardi di risorse europee. Mentre parlava la Polonia, che nella notte ha abbattuto almeno otto droni russi sul suo territorio, ha annunciato di volere attivare l'articolo 4 della Nato, ovvero di chiedere consultazioni con i suoi membri in seguito all'attacco subito.
Von der Leyen ha detto che l'Europa difenderà ogni centimetro del suo territorio e chiarito che fino ad oggi l'Unione ha definito 800 miliardi di euro in investimenti nella difesa. «Il fianco orientale dell'Europa mantiene sicura tutta l'Europa», ha detto, e ha annunciato la costruzione di «un muro di droni» ad Oriente per creare una difesa «credibile».
Competitività europea
Ha poi affrontato il nodo della competitività, definita il presupposto di una piena indipendenza e sovranità europea. Ha ribadito la necessità di tagliare costi burocratici (le barriere interne ammontano a tariffe del 45 per cento sui beni e del 100 per cento sui servizi, secondo i dati del FMI) e la necessità di investire in gigafabbriche e nei settori puliti, dall’acciaio verde alle batterie, cuore della nuova industria. «Il settore pulito europeo deve restare in Europa», ha detto: «Dalla parte dell'offerta investiremo 1,8 miliardi per migliorare il comparto batterie e dal lato della domanda imporremo criteri di "made in Europe" per le offerte pubbliche di acquisto e attraverso il Global Gateway (la risposta europea alla via della Seta), incentiveremo i nostri partner a «comprare europeo».
Von der Leyen ha sostenuto la bontà della su politica verde, che porterà nel 2030 a tagliare le emissioni del 50 per cento, lanciando il segnale che non cederà tanto facilmente alla retorica delle destre. Una politica, quella verde, validata dalla scienza e dalla necessità di garantire la sicurezza geopolitica: «La trasformazione dell'industria riduce le dipendenze (come nel caso dell'acciaio e dei fertilizzanti) e crea campioni industriali capaci anche di esportare soluzioni per altri stati», nello specifico, i Paesi del Sud globale, per i cui consumatori la Ue compete con la Cina.
Punto cruciale del discorso è stata la difesa dell'industria europea dalla competizione sleale nonostante l'apertura al mercato globale in questi tempi difficili: «Dobbiamo proteggere la nostra industria», ha detto.
Ha annunciato le "autostrade dell'energia", otto colli di bottiglia per l'infrastruttura energetica verde che dovranno essere rimossi e ha proposto il lancio di un nuovo modello automobilistico - la "E-car" , ecologica, europea ed economica - per rilanciare il settore dell’automobile europeo e non permettere alla Cina di conquistarlo. «Il futuro sarà elettrico e l'Europa ne farà parte», ha detto, di fatto allontanandosi dalle posizioni americane che promuovono l'economia fossile contro quella pulita.
Stati Uniti e accordi commerciali
Von der Leyen ha difeso la bontà dell’accordo commerciale estivo con gli Usa, che impone alla Ue dazi unilaterali del 15 per cento, ampiamente criticato dalla maggior parte dei gruppi politici, con l'eccezione di popolari, verdi e liberali, sostenendo che ha raggiunto il miglior accordo possibile con quello che è il nostro partner principale: «È il senza dubbio il miglior accordo di tutti». Ha poi invitato i deputati a sostenere gli accordi commerciali con altre nazioni, a partire dal Mercosur, inviso alla Francia, quello con il Messico e il futuro accordo con l'India (che dovrebbe arrivare a fine anno) come opportunità alternative al mercato statunitense.
Scienza, giornalismo e libertà
Dopo avere ricordato il fondo da 500 milioni di euro istituito per attrarre i migliori scienziati in fuga da Donald Trump, ha dichiarato che «il rispetto dello Stato di diritto è un obbligo per tutti gli europei» perché democrazia e stato di diritto sono i garanti della libertà. Per questo istituirà un nuovo Centro per la resilienza democratica che possa offrire sostegno anche economico alla stampa libera e ai giornalisti. «Il primo passo degli autocrati è catturare la stampa indipendente».
Migrazioni e incendi
Alla fine del suo discorso, ha ribadito la necessità di implementare in fretta il duro ma giusto Patto per l'asilo e le migrazioni per non permettere «ai trafficanti di uomini di decidere chi entra in Europa». E, dopo l'ennesima devastazione estiva che ha bruciato una superficie europea pari a un terzo del territorio del Belgio, ha annunciato l'istituzione di un Centro per la lotta europea agli incendi basato a Cipro.
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