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10 settembre, 2025La mobilitazione era stata convocata già quest'estate, ma si è accesa sulla scia dell'ennesima crisi di governo che ha portato alle dimissione di Bayrou. Ieri Macron ha nominato il suo fedelissimo Sébastien Lecornu come nuovo primo ministro
La giornata di mobilitazione in Francia, convocata al grido di “Blocchiamo tutto”, è iniziata con centinaia di arresti in tutto il Paese. Solo a Parigi, i fermati sono per ora 95. La nuova ondata di proteste è stata convocata alla vigilia dell’ennesima crisi di governo — con l’ormai ex primo ministro François Bayrou che ha rassegnato le dimissioni dopo essere stato sfiduciato dall’Assemblée Nationale, diventando il terzo premier a fare un passo indietro in poco più di un anno. In tempi record, poi, ieri — 9 settembre — Emmanuel Macron ha nominato come nuovo primo ministro il fedelissimo Sébastien Lecornu, ministro della Difesa nel precedente esecutivo.
“Bloquons Tout”, in piazza per tentare di paralizzare la Francia. Il movimento di protesta, su cui in molti s’interrogano su possibili parallelismi con quello del gilet gialli, è nato sui social — lo slogan sarebbe stato coniato in estate sul canale Telegram “Les Essentiels” — e aveva cerchiato da tempo sul calendario la data di oggi, 10 settembre, giorno in cui — avevano promesso i promotori — avrebbero messo in pratica boicottaggi, scioperi e occupazioni.
Per ora, “la situazione è sotto controllo, ma altamente instabile”, ha riferito la Gendarmeria. Anche se sui social network circolano video di blocchi stradali e di alcuni scontri tra manifestanti, circa tremila per ora secondo i dati ufficiali, e la polizia. A Parigi le forze dell’ordine sono intervenute con lanci di lacrimogeni di fronte ad alcuni licei, auto incendiate e tafferugli si sono registrati a Rennes, Nantes, Lione e Tolosa. Nella capitale si sono registrati tafferugli alla Gare du Nord tra manifestanti e polizia.
In strada sta scendendo una galassia eterogenea che va da ambienti della destra sovranista fino ai militanti della France Insoumise, il partito della gauche di Jean-Luc Mélenchon. Il bersaglio comune? Macron. Sullo sfondo, le politiche restrittive annunciate da Bayrou e una tensione sociale che, in Francia più che altrove, storicamente si accende e fa riempire le piazze. Ma chi c’è dietro “Bloquons Tout”? Per ora non si vede nessun leader all’orizzonte, così come non si era visto con i gilet gialli, ma è Mélenchon quello che più di altri sta riuscendo a intestarsi la piazza e il malcontento.
"La mobilitazione non è in alcun modo una mobilitazione cittadina. Questo è molto chiaro, in particolare nei metodi e nelle modalità operative. È stata dirottata, catturata e confiscata dai movimenti estremisti e di estrema sinistra, sostenuti dal movimento Insoumis”, ha affermato il ministro degli Interni dimissionario, Bruno Retailleau. "Abbiamo visto gruppi incappucciati, vestiti di nero. Riconosciamo il Dna dei movimenti estremisti e di estrema sinistra", ha aggiunto il ministro uscente.
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