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16 settembre, 2025L'esercito israeliano è entrato con i carri armati nella città più popolosa della Striscia: il bilancio dei raid notturni è di oltre 60 morti. Sono oltre 350mila i palestinesi in fuga. La protesta dei familiari degli ostaggi
Con i carri armati che nella notte sono entrati a Gaza, l'operazione israeliana - come annunciato - fa un ulteriore salto in avanti. Ma non ci sono solo i tank ad assediare la città più popolosa della Striscia. 37 raid in 20 minuti: è questa la portata dell'attacco (anche terrestre) delle forze di difesa israeliane su Gaza City che, tra lunedì e martedì, ha portato il cielo sopra la Striscia a illuminarsi di arancione in piena notte. Missili lanciati dai caccia, colpi di artiglieria che non danno tregua e droni in grado di causare potenti esplosioni hanno spinto migliaia di persone - oltre 350mila palestinesi - a scappare dal Nord-Ovest. Per ora si contano almeno 62 morti per i raid notturni.
“Gaza sta bruciando”, ha scritto sul suo profilo X il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz. “L’Idf colpisce con pugno di ferro le infrastrutture terroristiche e i soldati sta combattendo coraggiosamente per creare le condizioni per il rilascio degli ostaggi e la sconfitta di Hamas. Non cederemo e non torneremo indietro, fino al completamento della missione”. Gli attacchi pesanti su Gaza sarebbero scattati con il via libera statunitense, con il segretario di Stato americano Marco Rubio che, fisicamente in Israele, avrebbe appoggiato l'offensiva israeliana.
Mentre i raid si intensificavano sull’enclave palestinese, a Gerusalemme le famiglie degli ostaggi hanno marciato verso la casa del primo ministro, Benjamin Netanyahu, accusandolo di aver sacrificato gli israeliani ancora in mano ad Hamas: “La 710° notte a Gaza potrebbe essere l'ultima notte nella vita degli ostaggi che sopravvivono a malapena, e l'ultima notte in cui sarà possibile localizzare e restituire gli ostaggi uccisi per una degna sepoltura”.
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