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17 settembre, 2025Sarebbero colpite esportazioni israeliane per 227 milioni di euro. Previsto, inoltre, il blocco degli accordi di cooperazione con le istituzioni pubbliche
Il giorno dopo l'entrata dell'esercito israeliano a Gaza City, la Commissione europea annuncia sanzioni contro lo Stato di Israele, che vanno dalla sospensione parziali degli accordi commerciali a nuove misure contro due membri del governo israeliano e alcuni coloni violenti, senza però arrivare a toccare il primo ministro Benjamin Netanyahu.
«Ci dispiace di aver dovuto fare questa scelta ma crediamo che sia proporzionata e appropriata vista la crisi umanitaria in Gaza», ha detto il commissario al Commercio Maros Sefcovic, sottolineando l'urgenza di una tregua immediata e l'immediato accesso a Gaza degli aiuti umanitari.
La proposta segue la revisione dell'articolo 2 degli accordi che ha rivelato l'infrazione da parte di Israele degli "elementi essenziali" che riguardano il rispetto dei diritti umani e i principi democratici: il blocco degli aiuti umanitari a Gaza, l'intensificarsi delle operazioni militari e la decisine di avanzare con il piano di occupazione della Cisgiordania, minando la soluzione dei due Stati.
Il cuore delle sanzioni riguarda i beni inclusi nell'accordo commerciale con Israele, risalente agli anni Novanta. Verrà sospesa la "preferenza" che la Ue aveva accordato ai beni israeliani ma non verrò fermato il commercio: in altre parole aumenteranno le tariffe su una parte dei beni, quelli che non ricadono nel quadro MFN dell'Organizzazione mondiale del Commercio. Un precedente della sospensione degli accordi commerciali da parte della Ue risale al 2011 con la Siria.
«Nel mirino è il cuore dell'accordo commerciale con Israele, ovvero i beni», ha detto un alto funzionario della Commissione europea: «Ma non vogliamo sospendere tutto il commercio solo il regime preferenziale che avevamo accordato a Israele. Adesso continueremo a commerciare secondo le regole dell’Omc». I servizi non hanno mai fatto parte dell'accordo con Israele mentre alcuni prodotti, come medicinali e armi, hanno tariffe uguali a zero nel quadro dell'Omc, ha precisato.
Lo stato di Nazione più favorita (MFN) all'interno dell'Omc è una regola chiave dell'organizzazione: se un Paese offre certe condizioni a un altro, deve offrirle a tutti i membri del Wto per non creare discriminazione. Uniche eccezioni sono quelle fatte ai Paesi in via di sviluppo (di cui negli anni ha beneficiato la Cina), agli accordi di libero scambio e alle unioni doganali.
Nel caso degli accordi commerciali tra la Ue e Israele solo il 37 per cento dei beni, per un valore di 5,8 miliardi su un totale di 15,9 miliardi di euro di beni esportati nella Ue nel 2024, gode di tariffe agevolate rispetto agli accordi in sede Omc e risentirà dunque delle sanzioni Ue. L'impatto complessivo su Israele, a esportazioni costanti, ammonterebbe a 227 milioni di euro in un anno, sempre che il Consiglio europeo approvi (a maggioranza qualificata) la proposta della Commissione. La proposta di sospensione del trattato commerciale non include i movimenti dei capitali, proprio per non paralizzare il commercio bilaterale.
L'Unione europea nel 2024 ha esportato 26,7 miliardi di euro di beni verso Israele (di cui il 70 per cento ricade sotto al regola della MFN). E se la Ue è il primo partner commerciale per Israele, quello con Israele rappresenta solo lo 0,8 per cento del commercio totale della Ue, che resta esposta a una reazione da parte di Israele per 534 milioni di euro (per lo più macchinari e farmaceutica).
Oltre all'aspetto commerciale, le sanzioni riguardano anche due ministri di estrema destra del governo (Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich), tre coloni violenti, sei organizzazioni israeliane e anche dieci membri del Politburo di Hamas. Non essendo di competenza esclusiva della Commissione, per imporre queste sanzioni (nel 2024 sono già state sanzionate 9 persone e 7 entità) occorre l'unanimità in sede di Consiglio europeo.
Infine, la Commissione sospenderà (è nel suo potere esclusivo in casi straordinari) gli accordi di aiuto bilaterale alle istituzioni pubbliche o semi pubbliche israeliane, senza toccare la società civile o gli aiuti finalizzati alle azioni contro l'antisemitismo. Nello specifico, si tratta delle azioni di gemellaggio e programmi istituzionali in vari campi, compresi alcuni contratti già firmati che verranno invalidati, per un totale di poco meno di 20 milioni di euro mentre altri 20 milioni diretti alla lotta contro l'antisemitismo verranno mantenuti insieme ai 10,2 milioni diretti alla società civile israeliana. «La pressione è posta esclusivamente sul governo», ha sottolineato la commissaria per il Mediterraneo Dubravka Suica.
Suica ha poi aggiunto che la Ue, già principale donatore della Palestina, fornirà 1,6 miliardi di euro di aiuti all'Autorità nazionale palestinese per gli affari correnti. Verrà anche istituito un fondo internazionale per la Palestina, aperto agli stati del Golfo, ma non solo, per aiutare nella ricostruzione.
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