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18 settembre, 2025Non sono chiare le conseguenze legali, anche perché "Antifa" non è un movimento unitario ma una galassia di sigle antifasciste. Nonostante il movente dell'uccisione dell'attivista conservatore sia poco chiaro, per Trump è stata da subito colpa della "sinistra radicale"
Donald Trump ha annunciato sul suo social Truth di aver designato il movimento Antifa come “organizzazione terroristica”. Il presidente degli Stati Uniti ha anche scritto di aver raccomandato "con forza che coloro che finanziano Antifa siano indagati a fondo, in conformità con i più elevati standard e prassi legali”. La stretta arriva sulla scia dell’omicidio di Charlie Kirk e delle responsabilità che Trump, seguito poi dai leader della destra globale, ha subito attribuito indistintamente alla “sinistra radicale”, nonostante il movente che ha spinto Tyler Robinson a sparare all’attivista Maga è ancora poco chiaro.
Quali conseguenze legali?
Non è chiaro quali siano le conseguenze legali della designazione voluta da Trump. Anche perché Antifa non è un movimento unitario o un’entità singola, ma è più precisamente una galassia di sigle — antifasciste, appunto — che rispondono a leader e a logiche differenti. Nonostante ciò nella notte tra il 17 e il 18 settembre, mentre è in visita di Stato in Regno Unito, il tycoon ha definito Antifa un “disastro pericoloso di estrema sinistra”. Tanto basta, nella nuova America di Trump, per finire fuori legge.
L'ipotesi già nel 2020 (ma allora venne bloccato)
Già nel 2020, nel mezzo delle proteste scatenate per la morte di George Floyd, Trump aveva già ipotizzato la possibilità di definire “terroristi” gli Antifa. In quell’occasione, l’allora direttore dell’Fbi, Christopher Wray, aveva sottolineato come “Antifa” fosse più un’ideologia che un’organizzazione e, in quanto tale, priva della struttura gerarchica che normalmente consente di designare come “gruppo terroristico” dal governo federale.
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