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23 settembre, 2025L'europarlamentare di Avs non sarà processata (per ora) in Ungheria, dov'è accusata di aver partecipato a una "spedizione punitiva" contro militanti neofascisti: il voto decisivo sarà nella Plenaria del prossimo 7 ottobre. Salvini: "Chi sbaglia, non paga. Vergogna"
Ilaria Salis non sarà processata in Ungheria, almeno secondo le indicazioni uscite dalla commissione Affari giuridici del Parlamento europeo. La commissione Juri ha infatti votato (con 13 voti a 12) e ha respinto la revoca dell’immunità parlamentare per l’eurodeputata di Avs, richiesta dalle autorità ungheresi. Salis è stata in carcere a Budapest per nove mesi — in condizioni fatiscenti e portata nelle udienze con catene a mani e piedi — perché accusata di aver preso parte a una “spedizione punitiva” contro militanti neofascisti e neonazisti nel febbraio del 2023 nella capitale ungherese. Ora la parola passerà alla Plenaria del prossimo 7 ottobre, che si esprimerà definitivamente sull’immunità dell’europarlamentare italiana.
"Ho piena fiducia che il Parlamento confermerà questa scelta nella plenaria di ottobre, affermando la centralità dello stato di diritto e delle garanzie democratiche", è il primo commento di Salis pubblicato sui suoi canali social. "Ribadisco: difendere la mia immunità non significa sottrarmi alla giustizia, ma proteggermi dalla persecuzione politica del regime di Orbán. È per questo che la sua tutela è essenziale. Le autorità italiane restano libere di aprire un procedimento a mio carico, come io stessa auspico e chiedo con forza".
"Antifa non è un movimento politico, ma un'organizzazione violenta - ha attaccato su X il direttore politico dell'ufficio del premier ungherese, Balazs Orban -. L'obiettivo dell'Ungheria è chiaro: pace e sicurezza per i nostri cittadini. I gruppi Antifa rappresentano l'opposto: in tutta l'Europa e negli Stati Uniti abbiamo visto l'attivismo trasformarsi in violenza di strada, intimidazioni e caos”. Poi, Orban ha citato esplicitamente Salis: "Chiunque cerchi di raggiungere obiettivi politici attraverso pestaggi, paura e violenza rientra nella definizione di terrorismo. Lo Stato ha il dovere di proteggere gli innocenti da tali minacce Ilaria Salis e i suoi collaboratori sono arrivati a Budapest nel 2023 in nome di questo movimento, non per discutere, ma per colpire: aggredendo passanti innocenti, alcuni dei quali sono rimasti quasi senza vita. Le autorità l'hanno arrestata e incriminata, ma lei ha trovato rifugio dietro un mandato di Bruxelles".
Da quanto si apprende, sono stati determinanti due voti del Partito popolare europeo, fino a questa mattina — 23 settembre — incerto su come esprimersi. A pesare, probabilmente è stato anche il caso di Peter Magyar — anche lui sottoposto alla richiesta di revoca dell’immunità avanzata sempre dalle autorità ungheresi. Magyar è un esponente del Ppe, oltre che uno dei principali oppositori di Viktor Orbán, e potrebbe essere stato determinante uno “scambio” con i socialisti.
In un’intervista odierna rilasciata al Corriere della Sera, Salis — che è uscita dalle carceri ungheresi dopo l’elezione a Bruxelles con Avs e con l’immunità che scatta quando si diventa europarlamentari —si era detta “preoccupata” perché l’eventuale revoca dell’immunità avrebbe significato “consegnarmi a una persecuzione già in atto. La mia condanna — ha spiegato — è stata di fatto sancita in anticipo dal potere politico, in un Paese dove la magistratura non è indipendente e dove verrei sottoposta, come ritorsione, a condizioni detentive disumane”.
“Voglio essere processata — ha spiegato Salis — ma non in Ungheria, dove sarebbe un processo politico. Voglio essere processata nel mio Paese, in Italia. Io ho fiducia nella magistratura italiana”.
"Siamo un pochino più sereni ma molto felici, ma il voto ufficiale sarà a ottobre — è il commento del padre, Roberto Salis, all’Ansa —. Per fortuna, finora le indicazioni della Commissione non sono mai state smentite dalla plenaria quindi speriamo”.
Immediata la replica di Matteo Salvini: “Chi sbaglia, non paga”, ha scritto il leader della Lega su X, con allegata una foto di Salis con la scritta: "Vergogna, vergogna, vergogna. Poltrona salva, dignità persa". E anche Roberto Vannacci ha ripetuto il refrain del suo segretario: "Chi sbaglia paga? Beh, sicuramente non in Europa".
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