Mondo
24 settembre, 2025Dall'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca nel 2022, Budapest ha raddoppiato le sue importazioni di greggio e gas naturale russi. Ieri il presidente Usa ha ribadito agli Stati Ue di smettere di comprare energia dalla Russia
L’Ungheria non smetterà di acquistare petrolio russo, anche se a chiederlo dovesse essere Donald Trump. Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha riferito, nel corso dell’80esima Assemblea Generale dell’Onu a New York, dove lo stesso Trump aveva chiesto ai Paesi europei di smettere di acquistare energia russa, che questa non è un’opzione valida.
Il riferimento è (anche) ai limiti geografici del Paese, senza sbocchi sul mare. "Sarebbe fantastico se avessimo accesso al mare, potessimo costruire una raffineria o un terminale Gnl sulla costa e potessimo attingere all'intero mercato globale. Ma non è così", ha dichiarato Szijjarto in un'intervista ad ATV martedì sera da New York.
L’Ungheria di Orbán, che deve gestire i suoi stretti rapporti con Trump ma anche con il presidente russo Vladimir Putin, si trova in una situazione alquanto ambigua, soprattutto rispetto alle richieste dell’Unione europea di sanzioni più severe sull’importazione di energia russa. Le critiche riguarderebbero soprattutto il fatto che Orbán, oltre ad aver raddoppiato gli acquisti di petrolio e gas naturale russi dopo l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca nel 2022, non avrebbe fatto abbastanza per diversificare le sue importazioni di energia. Stessa linea adottata anche dalla Slovacchia, con Bratislava che rimane restia a cessare le importazioni di gas russo “in assenza di valide alternative”.
Orbán si trova a doversi destreggiare, ancora una volta, tra le richieste del suo alleato americano, che pochi giorni fa aveva imitato dichiarando il movimento antifa “organizzazione terroristica”, e il suo grande amico russo, per il quale il premier ungherese resta l’unico legame con un’Europa unita contro di lui.
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