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25 settembre, 2025La sua uccisione ricompatta la base e ha un effetto galvanizzante sulle giovani generazioni. Il presidente capitalizza l’onda lunga in vista delle elezioni di midterm del prossimo anno
Davanti alla porta di Butterworth’s un agente in divisa presidia l’ingresso. «Non è questo locale ad avere bisogno di protezione, è il clima politico che ci costringe a metterla», taglia corto il manager Aral. Da quando, il 10 settembre, Charlie Kirk – fondatore di Turning Point Usa e volto di punta del movimento Maga – è stato ucciso durante un evento alla Utah Valley University, l’onda lunga della paura è arrivata fin qui, nel bar su Pennsylvania Avenue diventato ritrovo della destra di stanza nella capitale, a pochi isolati dal Campidoglio.
Dentro, l’atmosfera è sospesa. Tra i tavoli, tanti giovani staffer, i “manovali” della politica con stipendi da fame e badge che aprono le porte delle stanze del potere. Qualcuno sorseggia una “Joint Resolution”, una bionda a tema utopicamente bipartisan di DC Brau. Mark, università appena finita, non si lascia sfuggire per chi lavori a Capitol Hill ma giura che tra i conservatori della sua età «non si parla che di Charlie». La sua generazione piange un leader che ha saputo sfruttare con spregiudicata abilità le nuove tecniche di comunicazione, piegando la rete ai propri messaggi e radunando intorno a sé un esercito digitale.
La straordinaria forza propulsiva del “martirio” è raccontata dai numeri. Turning Point registra una valanga di richieste per l’apertura di nuovi club nei licei e nelle università: secondo Fox News oltre 54mila nella settimana che ha seguito l’omicidio. Il cordoglio si è addensato in mobilitazione.
La vedova lo aveva previsto sin dalle prime ore. «Se pensavate che la missione di mio marito fosse potente prima… non avete idea di ciò che avete appena scatenato in questo Paese e nel mondo intero», aveva detto Erika Kirk guardando con gli occhi azzurrissimi dritto in camera, all’indomani dell’assassinio del padre dei suoi due bimbi.
È lei ora alla guida di un’organizzazione che in meno di dieci anni ha messo insieme quasi mezzo miliardo di dollari di entrate. Le raccolte fondi non si fermano e neppure i comizi. Perfino i funerali dell’attivista in Arizona sono diventati una prova di forza nazionale, con tutti gli stati maggiori del partito schierati accanto a Trump, trasformati in un rito politico di dimensioni titaniche.
Oggi quel patrimonio politico viene rilanciato come propulsore per la prossima campagna. A più di un anno dalle elezioni di midterm, il segnale che arriva dal fronte under trenta preoccupa i democratici e galvanizza i repubblicani. Il terremoto provocato dall’omicidio, ha finito per ricompattare non solo la base del Gop, ma anche una parte di elettori incerti. È un volano per raccolte fondi e mobilitazione, e riproduce lo schema già visto con Trump, quando i suoi sostenitori serrarono i ranghi dopo gli attentati. Stavolta, tocca ai giovani conservatori stringersi intorno alla memoria di Kirk, interpretando la sua uccisione come un appello diretto a difendere la propria identità politica.
«Charlie ha portato le idee conservatrici a questa generazione in un modo che non accadeva da molto tempo. L’ultima volta che i repubblicani e i conservatori avevano avuto un simile impatto culturale era stato nell’80, Reagan correva per la presidenza», dice a L’Espresso Hayden Padgett, numero uno della Young Republican National Federation. «Quando io ero al liceo e al college, non era affatto “cool” essere repubblicani. Eri quello sfigato, quello vecchio e polveroso. Charlie ha reso non solo accettabile, ma di tendenza essere conservatori. Questo significa per noi».
È quel che pensa anche Susie Wiles, chief of staff e stratega della vittoria di Donald Trump: l’ascesa repubblicana tra i giovani porta indubbiamente la firma di Kirk e di Turning Point Usa. Alle Presidenziali del 2024 i ragazzi hanno continuato a preferire i dem, ma con margini più stretti rispetto al passato. Il calo del vantaggio dei progressisti nella fascia che va dai diciotto ai ventinove anni è documentato dal Pew research center; Kamala Harris ha conquistato gli elettori tra i 18 e i 29 anni con un vantaggio di 19 punti, ben più ristretto rispetto ai 26 con cui Biden aveva prevalso nel 2020 e ai 30 incassati da Hillary Clinton nel 2016. Lo spostamento a destra emerge con chiarezza nelle indagini nei maschi under 30: è il segmento in cui il cambiamento è più marcato.
Un’analisi di The Hill-decision desk rileva che i repubblicani stanno guadagnando terreno tra i giovani anche in vista del 2026. La Generazione Z è oggi, per percentuale di registrazioni, la più orientata a destra. «Molti pensavano che avrebbe seguito le orme dei millennials che avevano garantito le vittorie dell’era Obama – osserva il rapporto – È accaduto l’opposto».
Intanto nelle mani dell’amministrazione la morte di Kirk è diventata un grimaldello per rilanciare l’offensiva contro i progressisti. Trump e i suoi alleati valutano una stretta, mentre esponenti come Stephen Miller e il vicepresidente JD Vance evocano “reti terroristiche” di sinistra. Il presidente ha ufficialmente designato Antifa – un movimento eterogeneo di gruppi e attivisti che si oppongono al fascismo e all’estrema destra – come organizzazione terroristica interna.
Sui social le reazioni più aspre all’omicidio hanno avuto conseguenze immediate, con licenziamenti, richiami e ammonimenti che hanno alimentato nuove polemiche. La tensione si è spostata sul terreno mediatico, culminando con la sospensione da parte della rete Abc del celebre show comico “Jimmy Kimmel Live!” dopo un monologo in cui il conduttore aveva ironizzato sulle reazioni dei conservatori all’omicidio. Uno stop, seppur temporaneo, maturato tra pressioni politiche, proteste e minacce di diserzione. Tra le prese di posizione indignate, anche quella di Barack Obama che – intensificando negli ultimi tempi gli interventi di critica al governo – ha parlato di «coercizione». Dopo la bagarre – e soprattutto il panico per la perdita di abbonamenti preziosi ed entrate pubblicitarie milionarie in una delle fasce orarie più redditizie – Kimmel torna in onda ma le polemiche restano.
Non tutti nel Gop seguono la linea del pugno duro senza esitazioni: in Congresso cresce il timore di un effetto boomerang che possa rafforzare i democratici. Il caso Kimmel è diventato il simbolo della contraddizione: il movimento Maga, dopo anni passati a denunciare la “cancel culture” e a difendere la libertà d’espressione, ora spinge la censura delle voci critiche.
Se la vicenda Kirk si è trasformata nell’ennesimo terreno di scontro nazionale, alla base è diventa invece carburante. Il podcaster non c’è più, ma il suo conservatorismo spiegato alla generazione di TikTok continua a portare frutti. «Ripartiremo esattamente da dove eravamo», assicura Hayden Padgett. Se Turning Point Usa aveva puntato soprattutto su scuole e università, la Young republican national federation mira ad accompagnare i giovani conservatori nella vita adulta, quando si formano famiglie, carriere, comunità. «Il lavoro di tutti noi non solo andrà avanti ma accelererà. Adesso c’è da combattere più duramente, solo per dimostrare che l’assassino non può vincere». Se e quanto questo capitale emotivo si tradurrà in voti nel 2026 lo diranno le urne.
«Sono tornato sul palco già il giorno dopo. Non c’era vera paura, l’avevo superata», racconta Hayden Padgett. «Non sono Charlie Kirk, ma nel mio piccolo devo andare avanti, salire su quel palco per dimostrare che quello che è accaduto non può impedirci di continuare a parlare».
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