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25 settembre, 2025Il processo per i fondi di Gheddafi. Assolto per gli altri capi d'accusa, dalla ricettazione, all'appropriazione indebita di fondi pubblici fino alla corruzione passiva
È arrivata oggi, 25 settembre, la decisione della Corte penale di Parigi, al termine del processo per sospetto finanziamento libico della campagna presidenziale di Nicolas Sarkozy del 2007.
L'ex presidente francese è stato riconosciuto colpevole di "associazione a delinquere" tra il 2005 e il 2007 dalla 32ª camera della corte giudiziaria di Parigi ed è stato condannato a cinque anni di carcere. È stato assolto, invece, dalle accuse di ricettazione, appropriazione indebita di fondi pubblici e corruzione passiva. Sarkozy è già stato condannato due volte per corruzione, di cui una in via definitiva a tre anni di domiciliari. "Dormirò in carcere, ma a testa alta", è il primo commento di Sarkozy, che ha aggiunto che si batterà "fino all'ultimo" per dimostrare la sua "innocenza".
La sentenza arriva dopo un processo durato tre mesi, e oltre dieci anni di indagini, quando il 27 marzo scorso la Procura finanziaria nazionale aveva chiesto per Sarkozy una condanna a sette anni di carcere, una multa di 300mila euro e l'interdizione di cinque anni.
L’accusa era quella di aver ricevuto finanziamenti dal regime di Muammar Gheddafi durante la campagna presidenziale del 2007, in cambio del ritorno del dittatore sulla scena internazionale. Un vero e proprio “patto di corruzione”, dunque. L’inchiesta giudiziaria non è comunque potuta andare oltre il 15 maggio 2007, poiché in quella data Nicolas Sarkozy è diventato presidente della Repubblica, beneficiando dell'immunità presidenziale.
L’ex inquilino dell’Eliseo aveva fin da subito negato tutte le accuse, denunciando "la falsità e la violenza" delle accuse, che miravano solo "a mascherare la debolezza delle presunte colpe". Oltre a lui, a sedersi sul banco degli imputati sono state altre 11 persone, tra cui tre ex ministri: Claude Guéant, Brice Hortefeux ed Eric Woerth. Guéant e Hortefeux sono stati entrambi riconosciuti colpevoli di associazione a delinquere. Woerth, ex tesoriere della campagna elettorale di Nicolas Sarkozy nel 2007, è stato assolto.
Un’altra persona coinvolta nel processo, l’imprenditore franco-libanese Ziad Takieddine, fuggito in Libano nel 2020 per sottrarsi alla giustizia francese, è morto martedì scorso a Beirut. Takieddine è stato il principale accusatore di Nicolas Sarkozy nel caso del presunto finanziamento illecito della sua campagna presidenziale, sostenendo di aver svolto il ruolo di “portatore di valigie”, trasportando fondi illeciti tra il regime di Gheddafi e lo staff di Sarkozy, confessando in tal modo la sua stessa partecipazione agli eventi. Prima di fuggire in Libano era stato condannato per un altro scandalo di corruzione a cinque anni di carcere.
Sarkozy ha già annunciato la sua intenzione di fare ricorso contro la decisione della Corte. "Se vogliono assolutamente che io dorma in carcere, ebbene, dormirò in carcere, ma con la testa alta. Io sono innocente. Questa ingiustizia è uno scandalo. Non ricuserò per qualcosa che non ho commesso. Naturalmente, farò appello" ha dichiarato l'ex presidente. Una mossa che potrebbe rivelarsi azzardata, in quanto potrebbe portare alla condanna per i reati dai quali Sarkozy è già stato assolto (come la corruzione passiva e il riciclaggio di appropriazione indebita).
La presidente del Tribunale, Nathalie Gavarino, ha intanto emesso il "mandat de depot" (l'ordine di carcerazione), il primo in assoluto per un ex presidente della Repubblica. Sarkozy sarà probabilmente trasferito nei prossimi giorni nel "braccio dei vulnerabili" del carcere parigino La Santè.
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