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3 settembre, 2025Prosegue l'espansione di Tel Aviv nei territori palestinesi, nonostante gli insediamenti siano illegali secondo il diritto internazionale
L’amministrazione civile del ministero della Difesa israeliano ha dichiarato “terra statale” 456 dunam (45 ettari) di territorio adiacente ad Havat Gilad, avamposto illegale fondato nel 2003 nel nord della Cisgiordania. Ciò significa che quest’area sarà disponibile per future infrastrutture e insediamenti. Pur non trattandosi di proprietà privata, il terreno faceva parte delle terre amministrative dei villaggi palestinesi vicini di Jit, Tell e Fara'ata. Questa nuova occupazione porta la superficie totale dei terreni confiscati in Cisgiordania a più di 26.000 dunam (circa 2600 ettari). Chiunque sostenga che il terreno sia di sua proprietà, potrà presentare ricorso contro la decisione entro i prossimi 45 giorni.
Gli insediamenti israeliani rimangono illegali ai sensi del diritto internazionale. Le Nazioni Unite e la comunità internazionale hanno ripetutamente avvertito che la continua espansione degli insediamenti minaccia la fattibilità di una soluzione a due Stati, un quadro considerato fondamentale per risolvere il conflitto in corso. Nel luglio scorso, la Corte internazionale di giustizia, con una storica sentenza, aveva dichiarato illegali gli insediamenti israeliani, chiedendo l'evacuazione di tutti gli insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.
L'organizzazione pacifista israeliana Peace Now, che da anni si batte contro l'espansione coloniale di Israele, ha dichiarato in una nota: "Non si tratta di una "legalizzazione" di un avamposto, ma piuttosto della creazione di un nuovo insediamento a un chilometro di distanza. Netanyahu e Smotrich sono determinati a combattere contro il mondo intero. Il governo israeliano sceglie invece di rendere la pace più difficile e di allontanarci ulteriormente dalla fine dello spargimento di sangue".
Secondo quanto riportato da Reuters, gli Emirati Arabi Uniti hanno avvertito Israele che qualsiasi annessione della Cisgiordania costituirebbe una linea rossa per Abu Dhabi e comprometterebbe gravemente lo spirito degli accordi di Abramo, che hanno portato ad una normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi. “Fin dall'inizio, abbiamo considerato gli accordi come un modo per continuare a sostenere il popolo palestinese e la sua legittima aspirazione a uno Stato indipendente", ha dichiarato Lana Nusseibeh, viceministro per gli Affari Politici e inviato del ministro degli Esteri. "Questa era la nostra posizione nel 2020 e rimane la nostra posizione".
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