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30 settembre, 2025Per l'esercito israeliano, le imbarcazioni dirette a Gaza "sono segretamente di Hamas". La portavoce della Global Sumud Flotilla denuncia: "Sospetti sabotaggi". La missione prosegue e si avvicina alla zona in cui potrebbe scattare il blocco navale
Le oltre quaranta imbarcazioni della Global Sumud Flotilla sono a 200 miglia da Gaza, stasera entreranno nella zona a rischio blocco e crescono le preoccupazioni per la sorte della missione umanitaria. Da parte israeliana, insieme alle minacce, ora arriva anche l’accusa — documentata, sostiene l’Idf — di essere legata a doppio filo con Hamas. L’esercito israeliano sostiene di aver trovato nella Striscia documenti che proverebbero che il movimento palestinese che governa la Striscia sarebbe coinvolto “direttamente nel finanziamento della flottiglia Sumud”.
I documenti pubblicati dal ministero degli Esteri israeliano
Secondo l’Idf, comparirebbe una lista di operatori della Conferenza per i palestinesi all’estero (Pcpa), tra cui alti funzionari di Hamas. Le forze armate di Tel Aviv citano Zaher Birawi, capo "del settore Hamas" del Pcpa nel Regno Unito, e Saif Abu Kashk, ceo di Cyber Neptune che in Spagna possiede decine di imbarcazioni che stanno partecipando alla missione. "Queste barche — scrive l’Idf pubblicando i documenti — sono segretamente di Hamas”. Nel corroborare il collegamento tra Hamas e la Conferenza per i palestinesi all’estero, il ministero degli Esteri israeliano ha pubblicato una lettera, datata 2021, in cui l’allora capo politico Ismail Haniyeh — ucciso nel luglio 2024 mentre era a Teheran — invitava “direttamente ed esplicitamente il presidente del Pcpa all’unità” e sosteneva “pubblicamente l’organizzazione del Pcpa”.

La replica: "Legami con Hamas? Solo propaganda"
Immediata la replica della portavoce italiana della Global Sumud Flotilla, Maria Elena Delia. "I fogli mostrati da Israele non provano né il finanziamento né il controllo di Hamas sulla Global Sumud Flotilla. Ripetono, piuttosto, un preoccupante schema già visto nel 2010 con la Mavi Marmara. Siamo una missione civile e umanitaria, sotto gli occhi dell'Europa e del mondo. Chiediamo - aggiunge - che gli atti vengano consegnati integralmente a organismi indipendenti: finché non accade, è propaganda, non prova".
I sospetti sabotaggi
Il comitato direttivo della Flotilla ha già più volte rimandato al mittente le accuse di collegamenti con Hamas. E oggi — 30 settembre — ancora per bocca della portavoce italiana Delia si sono evocati sospetti sabotaggi alle imbarcazioni. “Non abbiamo nessuna prova, ma i sospetti ci sono — ha detto Delia —. Sospettiamo sabotaggi alle barche, che peraltro ci sono stati anche nella storia delle precedenti flottiglie - spiega - Ad esempio il caso della Famiglia, una delle imbarcazioni più grandi, che ha avuto quel problema al motore che l'ha bloccata e non ha mai più ripreso il largo è stato sicuramente un evento sospetto”.
Crosetto: "Pagherei se ci fossero solo arresti"
Intanto mancano sempre meno chilometri al punto in cui sono state bloccate le scorse missioni. Ancora incerto la reazione israeliana. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato di aver “chiesto a Israele di garantire la sicurezza degli italiani”. Rischiano la vita? “Spero di no — ha risposto il vicepremier — ma quando si forza un blocco i rischi ci sono”. E il ministro della Difesa, Guido Crosetto, “firmerebbe perché ci fossero soltanto arresti”, ha detto ipotizzando scenari peggiori. La mediazione con le autorità italiane, per ora, sembrerebbe arenata. Ma c’è chi, come la delegazione del Pd a bordo, annuncia che si fermerà qualora dovesse arrivare un alt dall’esercito israeliano.
La Cgil annuncia uno sciopero generale in caso di attacchi alla Flotilla
Le preoccupazioni del governo non sono solo per chi è in mezzo al mare, ma anche per quello che potrebbe succedere in Italia qualora l’esercito israeliano attacchi o arresti chi è a bordo delle missione. Ai report dell’intelligence che prevedono una grossa mobilitazione di piazza nei prossimi giorni si è aggiunto l’approvazione, ieri sera, di un documento da parte dell’Assemblea generale della Cgil che ha deciso, seguendo l’esempio dell’Usb, per la proclamazione dello "sciopero generale tempestivo per tutte le categorie in caso di attacchi, blocchi o sequestri delle imbarcazioni e materiali della missione umanitaria della Global Sumud Flotilla e alla conseguente non apertura di corridoi umanitari a Gaza ed in difesa dei valori costituzionali che sostengono tale missione”.
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