Mondovisione, tutti i sovrani del creato, in carica o no come il nostro Emanuele Filiberto, lo stilista Giorgio Armani, la principessa Carolina, Gustavo e Silvia di Svezia, Guglielmo di Olanda e Haakon Magnus di Norvegia.
Due file di spettatori lungo il percorso fra palazzo Grimaldi e la cattedrale, il presidente della Repubblica francese, il tout Paris dell'Arc du Triomphe, la Londra di Wimbledon e di Westminster, insomma il meglio del meglio per festeggiare il Principato dei contrabbandieri e dei biscazzieri, a riprova che, per proletari e per ricchi blasonati, pecunia non olet.
Come sia riuscito questo Principato a sopravvivere fra i grandi regni di Spagna, di Francia, d'Inghilterra e l'avidità dei Savoia è noto: nella loro rocca i Grimaldi facevano sortite corsare e approfittavano delle guerre fra le grandi potenze per ritagliarsi la loro parte di bottino. L'ultimo dei Grimaldi ebbe il colpo di genio di mettere sulla rocca una casa da gioco frequentata da tutti principi con le mani bucate a spese dei sudditi, inventore della garanzia aurea delle monete sempre limate dai sovrani.
La gloriosa dinastia non ha legato il suo nome a nessuno dei grandi avvenimenti politici ed economici del Vecchio continente, le sue uniche attività sono state speculative, la costruzione di case su ogni scoglio del Principato e persino sul mare per ospitare i clienti biscazzieri e anche gli evasori fiscali. Durante la trasmissione televisiva della cerimonia nuziale e dei cortei veniva da chiedersi perché mai gente accorsa da ogni parte del mondo, anche i miei conterranei del basso Piemonte e di Ventimiglia, fosse dietro le transenne in migliaia. Per applaudire che? Il figlio di Ranieri e di Grace Kelly, attrice bella come una dea, ma che voleva un titolo nobiliare e i miliardi dei palazzinari e la corte di cartapesta di Montecarlo.
Ero fra i cronisti del matrimonio con Ranieri e la domanda che ciascuno di noi si poneva era: ma perché questa donna baciata dalla bellezza e dalla fortuna, attrice famosa, ricca di suo, ha dovuto sposare questo nobilotto da Costa Azzurra, che quando indossa la divisa da principe sembra il capo della banda musicale, che nelle città della Costa deve allietare tutti i galà per il turista, come il gran galà con pranzo al superclub del casinò dove quello che conta è esserci, far vedere che ci si è. Inusuale la presenza di Armani, che c'era per aver fatto l'abito della sposa, la quale, essendo meno esperta e meno abituata di Grace, si è offesa e adombrata per aver saputo alla vigilia delle nozze che il suo principe in divisa bianca e gialla di ordinanza di non si sa quale fantomatico esercito aveva nel tempo messo al mondo non si sa quanti bastardi, da salutare anche loro con tanto di titolo nobiliare.
L'esempio del Principato di Monaco, di questa finta monarchia che in realtà è uno dei centri principali della speculazione turistica, roulettistica e immobiliare, è una pubblica confessione dei requisiti fondativi dell'aristocrazia europea e mondiale. Che ha sempre storto il naso a parole contro la venalità dei borghesi e l'avidità dei fondatori d'imperi, ma a Montecarlo è sempre venuta per giocare e trovare amori più stuzzicanti di quelli coniugali. Insomma, per un'insopprimibile propensione al denaro facile di rapina o di gioco che è poi quella da cui hanno avuto origine i famosi e altezzosi casati. Come se nella memoria fosse rimasta l'importanza di quel primo accumulo di capitale, fatto, se occorreva, anche nelle prime crociate.
Si capiva guardando in mondovisione la crème del matrimonio principesco, che fra i nobili di tutta Europa finiti nel cortile del castello e le migliaia di spettatori plaudenti lungo il percorso del gran premio il denominatore comune di questo scrocco in grande stile era di stare attorno all'albero della cuccagna. Qual è stata durante il matrimonio della corte inglese l'inquadratura più trasmessa dalle televisioni? Quella del gran culo di Pippa, la sorella della sposa. Il simbolo sessuale che piace ai marchesi come ai facchini.