Per l'onorevole Alfonso Papa è caduto un solo capo di imputazione su 19. E' accusato tre corruzioni, tre concussioni, cinque favoreggiamenti e altro. Mentre Bisignani è stato già condannato a 19 mesi. Eppure in tv e sui giornali è un coro in favore del deputato 'perseguitato' dai giudici

L'altra sera, su La7, il vicedirettore del "Giornale" Nicola Porro sdottoreggiava sul processo P4: "Si è appena scoperto che Alfonso Papa non andava neppure arrestato". In contemporanea un altro esperto di diritto penale, Pierluigi Battista, vergava su Twitter una tacitiana sentenza sullo scandalo che l'estate scorsa terremotò il mondo della politica, degli affari e dell'editoria: "Dunque, dopo la P3, anche la P4 era una bufala (prevista). Aspettiamo impazienti il lancio della solida P5". Intanto "il Giornale" titolava: "I giudici ridicolizzano Woodcock, la P4 era una farsa. Il Tribunale boccia l'arresto di Papa". E "Libero", in stereo: "Il Riesame conferma: la P4 non esiste".

Ora, se davvero qualche giudice avesse stabilito che la P4 se l'è inventata Woodcock e che Papa non andava arrestato, la faccenda sarebbe grave: per quell'indagine Luigi Bisignani s'è fatto 4 mesi e 20 giorni di arresti domiciliari e Papa, il primo onorevole per cui il Parlamento abbia autorizzato l'arresto dopo trent'anni di dinieghi, ha trascorso 101 giorni a Poggioreale e altri due mesi ai domiciliari. In realtà la Procura, fra i vari reati contestati a Papa, riteneva che sussistesse a suo carico anche l'associazione per delinquere. Il gip disse no. Il Riesame disse sì. La Cassazione rinviò gli atti a un altro collegio del Riesame, che ha stabilito l'insussistenza di quel reato.

C'entra qualcosa tutto questo con l'arresto di Papa? Non c'entra nulla: Papa non fu arrestato per associazione per delinquere, ma per una spaventosa serie di altre accuse. Di queste, una sola è caduta: la corruzione del carabiniere Enrico La Monica (fuggito all'estero). Il che ha subito fatto strillare il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto: "Il verdetto del Riesame è una clamorosa sconfessione per i pm Curcio e Woodcock e per coloro che in Parlamento gli hanno fatto da subalterni servitori". Forse Cicchitto dimentica le altre 19 imputazioni per cui Papa è già stato addirittura rinviato a giudizio nel processo che è in corso a Napoli. E precisamente: tre corruzioni, cinque favoreggiamenti, tre concussioni, tre estorsioni e cinque rivelazioni di segreti. In più Papa è indagato per la presunta ricettazione di Rolex rubati. Robetta. Dunque, ricapitolando: il venir meno di due imputazioni su 21 non inficia minimamente l'arresto di Papa, chiesto da tre pm, deciso da un gip, confermato da tre giudici del Riesame e poi da cinque della Cassazione.

Sarà almeno vero che qualche giudice ha scritto che la P4 era "una bufala", "una farsa", "non esiste"? No, è un'altra balla. Del resto, dell'esistenza della P4, non sono convinti soltanto i giudici, ma persino il principale accusato di averla organizzata e diretta: l'ex piduista Bisignani, già condannato a 2 anni e 6 mesi per la maxitangente Enimont. Che infatti ha patteggiato a Napoli 1 anno e 7 mesi di carcere per 10 imputazioni di associazione per delinquere, concussione, corruzione, ricettazione, favoreggiamento e rivelazione di segreti, senza la sospensione condizionale della pena. Figurarsi come si sarebbe sentito se i giudici avessero stabilito che era innocente a sua insaputa.

Ma il bello è che il suo patteggiamento è stato usato da Alessandro Sallusti (sul "Giornale" il 26 novembre) per dimostrare non la sua colpevolezza, ma la sua innocenza e naturalmente l'inesistenza della P4: "Fiumi di fango su politici, ministri, giornalisti. Un clima fetido che ha minato la maggioranza e non certo agevolato la lotta alla crisi economica. Ecco, non era vero nulla. La società segreta non è mai esistita. E adesso chi paga per questa ennesima patacca mediatico-giudiziaria?". Nello speciale Codice Sallustiano, non sono innocenti gli assolti, ma quelli che patteggiano le condanne. E se, per la P4, un imputato patteggia e l'altro viene rinviato a giudizio, vuol dire che la P4 non esiste. Lo dicono Sallusti, Belpietro, Porro e Battista. Dimostrando, a loro insaputa, che la P4 esiste eccome. E lotta insieme a loro.