Salvini e i nazionalisti vogliono chiudersi nei loro piccoli paesi. Ma nel mondo globale a comandare sono le grandi potenze
C'è una canzone italiana di diversi anni fa che è molto graziosa e dice così: «Parole parole parole, Parole parole parole. Parole parole parole», la canzone continua ancora per un bel po’ e alla fine termina con un verso: «Parole tra noi». C’è una parola oggi importante poiché ha un significato politico e costituzionale: “sovranista”. È molto usata, non tanto da chi passa per essere un sovranista a 24 carati ma non lo ammette, piuttosto da chi invece, vedendolo operare in varie parti del mondo, lo chiama in questo modo.
Tra gli italiani il sovranista numero uno è Matteo Salvini, il quale tuttavia non si fa scrupolo di recitare quel termine bensì lo applica spudoratamente e con molta frequenza quasi che fosse forgiato esplicitamente per lui. Salvini è sovranista in Europa nel senso che ha un atteggiamento politico che è unicamente suo. In Europa ce ne sono anche altri che come lui quel termine lo usano comunemente: uno è il capo dell’Ungheria, altri ancora sono alcuni capi dei partiti polacchi.
In Italia il sovranista Salvini è l’unico che usa questo termine. Lo usa evidentemente perché a esso attribuisce un’importanza speciale: il sovranista italiano è il capo di tutto lo schieramento che va da Di Maio e i 5 Stelle fino a Berlusconi e Meloni, e comunque di quella parte di popolo che riconosce il proprio re o sovranista che dir si voglia nel capo della Lega. Il totale raggiunto in Europa è alquanto trascurabile, anche perché l’Europa è divisa in nazioni, e semmai a essere sovranista è la nazione, non un singolo individuo. In Italia viceversa le cose sono diverse: Salvini come abbiamo già detto è alla guida di un’alleanza di governo con i 5 Stelle che si proclamano dal canto loro non già sovranisti ma populisti. Più o meno sono due sinonimi perché il populista si proclama capo del popolo italiano.
Anche la parola popolo tuttavia è caratterizzata da diversi contenuti. I seguaci di Grillo si chiamavano populisti ma in realtà Grillo era il sovranista: predicava al suo popolo un comportamento molto preciso e nient’affatto ideologico e lo trasmise ai suoi successori Di Maio e compagni. Questo è tutto. Va aggiunto che la parola sovranista definisce un personaggio e i suoi seguaci limitatamente ad una specifica Nazione la quale a volte, ma di rado, è sovranista in modo totale; più di frequente lo è in modo parziale e si identifica con il capo che predica questa funzione.
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L’opposto del sovranismo è l’Impero. Da un certo punto di vista sembra impossibile, visto che c’è un vero sovrano che è l’imperatore. Ma il sovranista nel senso giusto del termine è un sovrano improprio che si limita neppure ad una Nazione ma a una parte di essa e quindi non ha niente a che fare con l’Impero il quale è una grandiosa potenza guidata da un imperatore. Ma non sovranista, perché abbraccia diverse nazioni, fino a un continente intero e a volte perfino di più. Quindi l’imperatore che esiste dai tempi di Roma oggi è più che mai risorto, anche perché la società è globale da tutti i punti di vista e quindi anche da quello politico. Il sovranista numero uno è Trump cioè l’imperatore dell’America del Nord. Tuttavia nell’impero di Trump esistono molti suoi avversari quindi è un imperatore azzoppato. Non altrettanto può dirsi per il cinese Xi Jinping e ancora meno per la Russia di Putin.
In realtà l’Impero di Putin non è uno solo ma sono almeno tre se non addirittura quattro. C’è la Russia europea che arriva fino ai monti Urali e anche fino al Volga. Quello è l’impero europeo di Putin che ha la sua politica, i suoi alleati, i suoi nemici e ha sopportato nel corso dei secoli le sue guerre e le sue invasioni, quella napoleonica e quella nazista. A quell’epoca lo zar di Russia non era certo Putin. Dopo aver lavorato nei servizi segreti, crollato il comunismo con l’Unione Sovietica, Putin acquisì il dominio prima della Russia e poi un forte potere su alcuni territori ex-sovietici. Su questi la Russia e lo zar avevano messo gli occhi da tempo senza tuttavia riuscire a dominarli integralmente. Quando Putin prese quel posto dimostrò la sua intelligenza politica e la sua capacità e forza, ma tuttavia non fu mai l’imperatore dell’Europa. L’Europa moderna non ha avuto un unico imperatore unici anzi ha avuto un numero assai notevole di Stati sovrani. Stati non persone: il Regno Unito, i Paesi Bassi, la Germania divisa per molto tempo in vari potentati a cominciare dalla Prussia, non parliamo della Francia e della Spagna che furono al vertice dell’Europa spesso in battaglia reciproca. E non parliamo della Polonia, della Danimarca e di molte altre nazioni.
L’Europa cioè è stata un coacervo di Nazioni o addirittura di potentati della stessa Nazione ma indipendenti e a volte avversari gli uni degli altri. L’Europa fu il continente numero uno per molti secoli: scoprì e conquistò l’America del Sud e del Nord, prese gran parte dell’Africa, ebbe territori in Asia. Erano le Colonie, cioè possedimenti di Nazioni e Imperi degli altri continenti.
Duole ricordare che proprio l’Italia fu una delle nazioni che ebbe l’indipendenza tardi, nel 1861 con Camillo Benso di Cavour. Fu lui a proclamare il Regno d’Italia. Il nostro Paese continuò comunque ad essere diviso anche dopo Cavour. C’erano ancora le tre Venezie di proprietà austriaca, senza parlare dello Stato della Chiesa che oltre alla capacità religiosa mondiale possedeva territori nell’Italia centrale. L’Italia insomma non solo non era un Impero, era una Nazione divisa. C’erano ancora dopo Cavour in Italia i siciliani, i pugliesi, i napoletani, i veneti, e i toscani.
Questo è il mondo, e va presa coscienza che ora gli Imperi hanno preso ben altra importanza rispetto ai tempi precedenti.
L’Impero più importante sembrerebbe, e in gran parte lo è, quello degli Stati Uniti d’America. Trump domina l’immenso territorio americano ed esercita influenza su Paesi dell’Europa, dell’Africa, sul Giappone, sulla Corea del Sud. Sembrerebbe dunque tutto il mondo diventato americano ma in realtà le cose stanno molto diversamente poiché l’Impero di Trump è più una parola che una realtà. Il presidente degli Stati Uniti è contestato perfino nel proprio paese e poi nell’America Latina, e poi nella Russia e nel Medio Oriente. Trump non può proclamarsi imperatore: in parte certamente lo è, ma in molte altre zone non lo è affatto e anzi è duramente contestato. In Europa Imperi non esistono, siamo frazionati in mille pezzi. La Cina è un Impero, che trova qualche limite nelle tante divisioni etniche.
A guardar bene il vero Impero è quello russo. Anche la Russia è divisa in vari pezzi, ma quei vari pezzi si riconoscono sempre e comunque di marca russa e obbediscono agli ordini impositivi dello zar Putin. C’è anzitutto la Russia europea, che arriva fino agli Urali ed è compatta nei suoi interessi e obbedienze politiche. C’è poi quella asiatica, con la Siberia, che si spinge alla Manciuria, culmina nei pressi dello stretto di Bering. Questa è la Russia, sono almeno tre Imperi se non quattro distinti l’uno dall’altro per ragioni culturali politiche e soprattutto razziali. E tuttavia la Russia è un vero unico Impero superiore anche a quello cinese. Questo è il nostro mondo, si vedrà in futuro. E si vedrà in futuro se sarà ancora più compatto o nuovamente sbriciolato in potenze rivali.