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Opinioni
dicembre, 2022

Daniele e Irene (che in realtà è Roberto): Amore e Psiche al tempo dei social

La storia rievoca il mito degli amanti al buio. Per la sua conclusione tragica diamo colpa alla rete, ma la rete siamo noi. Che non riflettiamo sulla profonda solitudine che ci circonda e ci spinge ad accontentarci dei fantasmi

Visione romanzesca di un fatto di cronaca

 

Oggi Romeo è Daniele, un ragazzo che sogna, e Giulietta è Irene, una ragazza bellissima che scrive messaggi bellissimi, maestra nel parlar d’amore. E finisce come nel dramma di Shakespeare con un doppio suicidio, per notizie false. Daniele ha 22 anni. È generoso, ha il talento dell’immaginazione. Si conoscono solo in chat. Si amano al buio, come Amore e Psiche. Le foto di lei sono incantevoli. Irene continuerebbe all’infinito la fase stilnovista, ma dopo un anno di delirio ardente e immateriale Daniele vuole vederla, stringerla, sposarla. Irene rifiuta, dice di temere che la realtà rovini tutto. Lui ossessivamente insiste, lei ossessivamente resiste.

 

Finché si scopre la verità: Irene non esiste. Irene è Roberto, ha 64 anni. Era solo uno scherzo. Uno scherzo? Daniele ha investito tutto su questo amore. Si sente umiliato, burlato, violato. Si è consegnato in totale purezza a un nemico che lo manipola da un anno. È stato il suo zimbello. Immensi il dolore, e la vergogna. Daniele si impicca. Il lutto della famiglia è indicibile, atroce. Ma forse anche Roberto è annientato. Forse Daniele gli manca. Attraverso di lui era diventato Superman. Teneva in mano la sua vita. Forse lo amava, da bravo attore si era immedesimato nella parte. Nella sua modesta esistenza lui non era più lui, ogni contrarietà era superata. Lui era la bellissima fanciulla, che amava Daniele ma si negava, con l’estrema civetteria del rifiuto. Lui era Irene. Si era scelto il suo fantasma. Roberto era innamorato di Daniele, o della propria trama? Forse di entrambi.

 

E ora? Rimorso? Restano il vuoto per la morte di Daniele, e il senso di onnipotenza per averlo indotto al suicidio? Per fortuna di Roberto, nessuno lo sa. Il peso è solo suo, e lo sente. Ma forse col tempo riuscirà a perdonarsi. Tanto, nessuno può scoprirlo. E qui, come nel mito quando un dio irrompe svelando il mistero, arriva una troupe delle Iene che snida Roberto, e rivela la storia in televisione. L’immunità è finita. Ora tutti lo sanno. La rete lo bombarda di insulti e minacce. Sui muri della città appaiono scritte che lo vogliono morto. Roberto si spara. Ce la prendiamo con la rete. La rete siamo noi.

 

Abbiamo sempre sedotto ingannato ucciso per amore o disamore. Ora si fa con altri mezzi, invece della nutrice lo smartphone. La tecnologia potenzia l’inganno. Cos’è accaduto fra Daniele e Roberto? Forse comincia come un gioco e diventa un amore. Anche dalla parte del seduttore. Roberto era innamorato di Daniele? Il gioco gli prende la mano, scopre di avere il talento del teatro, entra nel ruolo. Solo un innamorato immaginario può sostenere quella finzione per un anno intero.

 

Con questo gioco, Roberto gli incidenti della vita li ha superati. Ha fatto impazzire d’amore Daniele. Si è scoperto un grande seduttore. Quale affabulazione irresistibile avrà saputo tessere, per conquistare quel magnifico ragazzo? Irene Inventa l’amore e la lussuria immaginaria, diventa Cleopatra. Lui, l’uomo grigio che il servizio delle Iene mostra nella sua gogoliana tristezza, ora è oggetto d’amore. Quali patrimoni di seduzione ha dispiegato Roberto per dominare la passione di Daniele, restando invisibile? Quell’amore era la sua creazione. E aveva saputo recitarlo perfettamente.

 

Una maschera difficile, pericolosa, esaltante e umiliante. Il rapporto c’era, e profondo. Ogni giorno l’ingannatore doveva inventarsi qualcosa per colmare l’assenza dell’amante incorporea. Ma non alla pari. Lui era il burattinaio, il demiurgo, l’altro la vittima da sedurre ogni giorno. E Daniele, quanto bisogno d’amore doveva avere per credere a Irene, e l’altro, Cyrano di se stesso, quanto bisogno ne aveva lui per sostenere l’inganno? In quanti siamo, soli come cani, così soli da accontentarci dei fantasmi?

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