Bengala
Il clochard che impugna l'ordinanza anti-poveri è l'eroe di cui questo Paese ha bisogno
Una misura contro gli ultimi avanzata da un'amministrazione di centrodestra è stata smantellata grazie a un senzatetto e all'associazione "Avvocato di Strada". E dimostra che lottare è sempre importante
What a great time to be alive!, direbbero gli americani. Che tempi stupendi in cui vivere! C’è da dirlo soprattutto in questi giorni di disastri, di guerre, di scandali di coppia che Monica Lewinsky scansati, di tristezze di Stato ormai quotidiane. In questo marasma di cattive notizie è successa una cosa stupenda, la cosa più di sinistra degli ultimi tempi, e non capisco come sia stata ignorata dal dibattito pubblico e dagli esponenti politici del Partito democratico (anzi, lo so benissimo, perché tristemente l’agenda politica ormai è dettata dai trending topic dei social e dalle polemiche; perché si parla di tutto tranne che di ciò di cui avremmo bisogno). Invece: gesti, servono i gesti. Abbiamo bisogno di nuovi eroi, non più di slogan e promesse di partito. Ecco la buona novella.
Ancona, provincia della provincia: c’è un sindaco di Forza Italia che si chiama Daniele Silvetti. Il 31 agosto 2023 il sindaco, con un evidente problema di decoro cittadino e forse nella mancanza di risorse per risolverlo, firma un’ordinanza anti-bivacco. Multe fino a 500 euro per chi dorme o si sdraia a terra e usa panchine e gradini come un letto. Decoro, fa riflettere questo termine. Si invoca il decoro per evitare di vedere gente nullatenente, disagiata o semplicemente povera che fa quello che fanno i poveri: una vita in strada senza dignità. Ci sarebbe da domandare al sindaco: è decoroso chiedere soldi a chi non ne ha? Non dovrebbe essere lo Stato a provvedere a queste miserie? Che cosa le paghiamo a fare le tasse, se non per questo?
La maggior parte delle persone a cui tocca bivaccare è rappresentata da richiedenti asilo che non sono riusciti a entrare nel sistema di accoglienza previsto e che, per arrangiarsi, si piegano a una vita umiliante. Offesi tra gli offesi. L’eroe di cui voglio parlarvi non ha nome, è un senza fissa dimora regolarmente iscritto alla Casa comunale che, tramite l’associazione “Avvocato di strada”, ha fatto ricorso al Tar Marche contro l’ordinanza del sindaco. La quale, a detta degli avvocati, colpisce quelli che sono già vittime. C’è di più: il sindaco e il Comune sanno che quelle multe non verranno mai pagate, ma emettendo il verbale danno il via a notifiche, atti, sanzioni che dovranno essere impugnate e che costeranno pure soldi tra agenzie di riscossione e risorse umane. Uno spreco legittimato dallo spirito burocratico che ha soppiantato quello caritatevole.
Non è importante tanto che il clochard vinca il ricorso, quanto che lo abbia presentato. Importante è che esistano associazioni come “Avvocato di strada” e giornali come L’Espresso che riprendono la notizia e la evidenziano, in modo che questa si diffonda e faccia casino ai piani alti, che faccia sentire in imbarazzo un’amministrazione comunale la quale deve occuparsi di risolvere i problemi e non di crearli. Forse, questa è la notizia più rivoluzionaria che ho sentito negli ultimi mesi. Non voglio spendere una riga sulla separazione della premier, voglio leggere solo degli eroi veri che mandano avanti questo Paese offeso, di quelli come gli “avvocati di strada”. Invece boiate di ogni tipo intasano il dibattito pubblico e trasformano la platea di elettori e cittadini in un cinema di fatti tristi che a niente servono, se non ad affossarci. Voglio il poster di quel clochard appeso al frigorifero in cucina, accanto ai miei miti.