Coppie adulte che hanno i figli sposati e fuori casa oppure coniugi in pensione: sono loro l’anima degli ascolti. E decretano il successo o il fallimento di molti programmi

C’è una popolazione, anche fitta, che si mette davanti al televisore intorno alle ore 13.30/14.00 e ci rimane sino al telegiornale della notte. Li chiamano gli “Sfascia divani” e sono in genere coppie adulte che hanno i figli sposati e fuori casa, oppure coniugi in pensione. Si raccontò, una volta, la difficoltà per gli “Sfascia divani” di mettere insieme un palinsesto. Cioè: tu vuoi vedere questo, io voglio vedere quello.

 

Sta di fatto, però, che le coppie sono il tessuto connettivo più forte dell’ascolto televisivo. Sono loro che hanno creato i grandi successi del passato o che, allontanandosi dal video, hanno decretato la chiusura dei programmi. Sono gli stessi che hanno molto amato Mike Bongiorno, Corrado, Fabrizio Frizzi e, talvolta, non hanno consentito a volti giovani di uomini o donne di salire alla ribalta.

 

È talmente vero questo che, nell’ultima edizione del “Grande Fratello Vip”, a fare opinione sono Orietta Berti e Sonia Bruganelli che in altri momenti avrebbero fatto le presentatrici. A condurre il “Grande Fratello Vip” c’è Alfonso Signorini che ha sempre fatto il giornalista e non ha mai pensato di muoversi davanti a telecamere che lo seguissero passo passo. A proposito di Berti e Bruganelli, c’è anche Giulia Salemi che legge, in tempo reale, i messaggi dei telespettatori. Anche questa è una novità. Sono certo che nessuno “Sfascia divano” si è mai espresso via computer per dire: bravo quel cantante, pessima quell’attrice.

 

Alla base dell’affezione degli “Sfascia divani” c’è il fatto che spesso s’interrogano: «Ma cosa avremmo fatto se non ci fosse stata la televisione?». È vero, ma è anche vero che molte ore al giorno lavorano. In questi casi, le mogli degli “Sfascia divani” hanno creato quel pubblico femminile che predilige le telenovela o, su Rai Uno, “Il paradiso delle signore” e, a seguire, “La vita in diretta”. C’è anche in questi programmi una intelligente scelta di ospiti chiamati a intervenire, che esprimono giudizi talvolta, o spesso, non banali ma che comunque sono parenti stretti di chi segue a casa.

 

Se il mondo della televisione si muove con tranquillità, passando di successo a insuccesso, di colpo si parla di eventi accaduti nelle scuole.

Maria Luisa Finatti, insegnante di Scienze e Biologia in un istituto di Rovigo, qualche mese fa è comparsa in un video girato dai suoi studenti, che la riprendevano mentre altri della classe le sparavano con una pistola ad aria compressa. Si è venuto a sapere che alcuni studenti avevano organizzato il tutto, chiedendo a uno di portare la pistola, a un altro di sparare, e tutti hanno filmato con i cellulari. Penso al povero Edmondo De Amicis, autore di “Cuore”, che a leggere queste notizie si gira disperato nella tomba.

 

Ma di storie strane ne accadono più d’una e mi fa piacere riferirle. Una ventisettenne di Cesena ha fatto causa al Comune (di Cesena) perché non le aveva rinnovato il contratto da vigilessa, sostenendo, a base del ricorso, di essere stata discriminata a causa della sua avvenenza fisica. Al momento — se non mi sbaglio — il giudice del lavoro ha respinto il ricorso presentato dalla giovane donna. Non so, adesso, che lavoro faccia la ventisettenne e non so se la vicenda potrà eventualmente avere un seguito.