Crescono gli investimenti in sistemi d’arma, si riducono le risorse per il patrimonio, l’editoria e il cinema

Dove finiscono i fondi tagliati a cultura e ricerca

Per chi ancora non lo sapesse, Squid Game, la cui seconda stagione è stata annunciata a Lucca Comics&Games, è una serie sudcoreana scritta da Hwang Dong-hyuk: la storia è quella di persone economicamente fragili, indebitate o disoccupate che vengono selezionate per un gioco di cui ignorano le regole. Narcotizzate e trasportate su un’isola deserta, scopriranno che le sfide infantili in cui devono cimentarsi, da un-due-tre-stella al tiro alla fune, prevedono la morte per chi sbaglia o perde. In palio, per l’unico sopravvissuto, circa 33 milioni di euro. Il punto è che all’iniziale solidarietà fra giocatori subentra la competizione spietata e senza scrupoli. Ora, chi disdegna la cultura pop dovrebbe invece guardare con attenzione la serie perché ritroverebbe un bel po’ di quello che ci accade intorno, e perché, come dice il meraviglioso professor Marotta di Parthenope di Sorrentino, antropologia significa vedere, o imparare a farlo.

Andiamo a vedere i tagli previsti dalla manovra di Bilancio, allora, e soprattutto quelli che riguardano la cultura. Perché in questi giorni c’è chi ha preso davvero la calcolatrice, e non per imitare la presidente del Consiglio, ma per cercare di capire dove si taglierà: sappiamo infatti che ai ministeri verrà imposta una spending review sotto forma di taglio lineare da 7,7 miliardi. Giusto, ma quali ministeri? Per fortuna c’è la già citata webzine ateatro, che ci spiega come il ministero più colpito sia, sorpresa, quello della Cultura, proprio il protagonista di un’altra serie pop che ci ha intrattenuto di recente, ma vera: meno 147 milioni per il 2025, meno 178 per il 2026 e meno 204 per il 2027. La calcolatrice informa che siamo a meno 529 milioni. Settore più colpito: la tutela del patrimonio culturale, che si vede sottrarre 100 milioni. Ma ce n’è per tutti: via 36 milioni alle belle arti, via 18 ai beni librari e dell’editoria (nonostante le promesse del ministro a Francoforte), via 13,5 milioni ai beni archivistici, via 3 milioni al cinema. Peraltro, ci sono anche 700 milioni di tagli lineari, ci dice ateatro, a Università e Ricerca, e 500 all’Ambiente. «Meno cultura, meno diritto allo studio, meno piste ciclabili, carceri sempre meno vivibili. In compenso, gli investimenti nei nuovi sistemi d’arma crescono a 7,5 miliardi nel triennio, per un totale di 35 miliardi al 2039». Insomma, è come criticare Squid Game perché è una serie violenta ignorando la critica al sistema economico coreano: concentrati come siamo sul taglio (fisico) sul cranio di Sangiuliano ci stiamo distraendo dai tagli non meno sanguinosi che ci aspettano. Bel colpo.

Per questo, la cosa preziosa di oggi è Erediterai la terra di Jane Smiley, che esce per La Nuova Frontiera nella traduzione di Raffaella Vitangeli: perché spiega molto bene cosa succede quando, all’improvviso, si riesce a vedere. Ovvero quando due delle tre sorelle Cook capiscono che la terra che il padre Larry decide di lasciare loro affinché continuino il suo lavoro è un inganno, come un inganno è la fattoria stessa e la lotta per diventare i possidenti più ricchi dello Iowa mentre fuori infuria la guerra del Vietnam. Ci si arriva troppo tardi, però, e a caro prezzo, e dopo aver cercato di eliminarsi a vicenda con un barattolo di salsicce avvelenate, senza rendersi conto di chi è il vero avversario. E questo è un monito che dovremmo tenere bene a mente: perché probabilmente siamo solo all’inizio.

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