Dentro Forza Italia cresce il malumore per le continue assenze della "vedova" di Silvio Berlusconi. Che potrebbe perdere la giustificazione del partito e vedersi ridotto l'emolumento da deputata. Le pagelle della settimana

CHI SALE

 

ELLY SCHLEIN
Ha vinto la sua scommessa sarda - sì alla candidata dei Cinque Stelle, senza le primarie, a costo di perdere Soru e i centristi - e anche la prima sfida diretta con Giorgia Meloni, riaprendo per il Partito democratico la prospettiva del «campo largo». Una vittoria che rafforza la sua leadership anche nel perimetro dell’opposizione, obbligando Giuseppe Conte a ridiscutere un’alleanza che finora il Movimento 5 Stelle ha vissuto con imbarazzo, quasi come una relazione clandestina.

 

LYUDMILA NAVALNAYA

LYUDMILA NAVALNAYA
Il regime russo ha fatto morire suo figlio Aleksei e per nove giorni le ha negato persino la restituzione del suo cadavere. Ma lei non si è arresa. Ha fatto la spola tra la colonia penale di Kharp e l’obitorio di Salekhard. Ha rifiutato l’ultimatum di tre ore per scegliere tra un funerale segreto e la sepoltura in carcere. E alla fine questa madre-coraggio ha vinto la sua battaglia contro lo «zar» Putin, ottenendo il corpo di un figlio che morendo è diventato un mito senza tempo.

 

JAS GASPADAR

JAS GASPADAR
Ha 35 anni, una moglie e due figli e ha lanciato la sua sfida al padre-padrone Aleksandr Lukashenko promettendo elezioni non truccate, il rilascio di 1.570 prigionieri politici e la restituzione a Vladimir Putin delle armi nucleari. Risponde sul Web in tempo reale, ma ha un difetto: non esiste. È il personaggio virtuale creato dall’opposizione - con l’intelligenza artificiale - per mettere in campo, almeno simbolicamente, qualcuno che non possa essere arrestato, estromesso o eliminato.

 

CHI SCENDE

 

GIORGIA MELONI
La sconfitta in Sardegna è stata cocente per lei, che voleva cominciare dall’isola l’Operazione Riequilibrio. E invece il fidato Paolo Truzzu, che viene anche lui dai movimenti giovanili di destra, ha preso meno voti dei partiti della sua coalizione, rivelando con il suo tonfo due verità spiacevoli, almeno per la premier. La prima è che i candidati imposti con la forza non vincono. La seconda è che Fratelli d’Italia non ha una classe politica all’altezza delle sue aspirazioni egemoniche.

 

MARTA FASCINA
Dopo avere disertato quasi tutte le sedute della Camera, non s’è fatta vedere neanche al congresso di Forza Italia. Otto mesi dopo la morte di Silvio Berlusconi, il dolore e il lutto non bastano più a coprire le assenze dell’ex «zarina di Arcore», che aveva persino il potere di far nominare sottosegretario un suo compagno di scuola. Così, oggi lei rischia di perdere la «giustificazione» del partito e di vedersi decurtare lo stipendio - come gli altri assenti - di 206 euro a seduta.

 

ROBERTO VANNACCI
La sua pernacchia al politically correct, con i giudizi senza filtro sulle donne, sugli omosessuali e sugli immigrati, è valsa all’ex comandante della Folgore il primato dei libri più venduti e l’offerta leghista di fare il capolista. Purtroppo, proprio ora il generale si ritrova indagato per truffa, peculato e istigazione all’odio. Il mondo andrà pure al contrario, ma se vai controvento facendo un controverso contropelo in contromano, non è un controsenso che ti chiedano la controprova.