Opinioni
6 novembre, 2025Raid per impedire la coltivazione durante tutto l’anno e distruzione nella stagione di raccolta
L'ulivo, da tempo simbolo della terra e della vita, rappresenta il nostro radicamento in Palestina», scrive il Palestinian feminist collective (Pfc), collettivo femminista palestinese. È l’inizio della stagione della raccolta delle olive in Palestina. «La terra è il nostro punto di riferimento: fonte di ispirazione e bussola spirituale, morale e politica. Guida il nostro movimento anche nella lontana diaspora», scrive il Pfc.
Per tutto l’anno i palestinesi aspettano la raccolta: per migliaia di famiglie è fonte di reddito fondamentale in un contesto di grave difficoltà economica e crescente disoccupazione. Tuttavia, gli attacchi israeliani trasformano questa stagione in un periodo di pericoli e violenze. Ogni anno bande di coloni israeliani si organizzano saccheggiando campi, rubando raccolti, incendiando alberi e impedendo agli agricoltori palestinesi di raggiungere le loro terre. Nelle prime settimane di ottobre sono stati registrati decine di attacchi di questo tipo. Lo scorso 7 ottobre, per esempio, le forze israeliane hanno sradicato 150 ulivi nel villaggio di Umm al-Khair, a Masafer Yatta, a Sud di Hebron. Solo poche ore prima, avevano abbattuto 120 ulivi a Marj Si', tra al-Mughayir e Abu Falah, a Nord-Est di Ramallah, dopo aver già distrutto decine di alberi secolari a Kafr Qaddum, a Est di Qalqilya.
Di conseguenza il raccolto di quest'anno è uno dei più scarsi degli ultimi 15 anni. Il ministero dell'Agricoltura stima che la produzione di olio d'oliva sarà compresa tra le 7.000 e le 9.000 tonnellate. Il calo è dovuto principalmente ai continui attacchi israeliani nel corso di tutto l’anno. Le aggressioni impediscono la cura regolare, l'irrigazione e la potatura degli alberi.
Nonostante le condizioni difficili, i palestinesi continuano a sviluppare nuovi strumenti e metodi per la raccolta.
Hanno anche avviato campagne comunitarie per sostenere gli agricoltori minacciati. Insieme alle istituzioni locali di tutte le province il ministero dell'Agricoltura ha lanciato la “Campagna Olive 2025” con lo scopo di assistere gli agricoltori e raccogliere il maggior numero possibile di olive, in particolare nelle zone vicine agli insediamenti soggette ad aggressioni da parte dei coloni.
Dal 7 ottobre 2023, gli attacchi delle forze israeliane e dei coloni hanno sradicato, spezzato o danneggiato 48.728 alberi, tra cui 37.237 ulivi. Questi assalti hanno causato la morte di 33 palestinesi, portato alla creazione di 114 nuovi avamposti di insediamento e allo sfollamento di 33 comunità beduine, ovvero 2.853 persone, in tutta la Cisgiordania occupata. Sono stati inoltre appiccati 767 incendi in proprietà e campi, di cui 546 in terreni agricoli, distruggendo o danneggiando decine di migliaia di alberi, soprattutto a Nablus, Betlemme, Hebron e Ramallah.
«La terra e il popolo sono indissolubilmente legati da un rapporto simbiotico radicato nell'ascendenza, nell'amore e nella reciprocità. Noi cerchiamo di sostenere e far prosperare la nostra terra e il nostro Pianeta e di difenderli dal furto dei coloni, dallo sfruttamento capitalista e dalla violenza ecologica», conclude il collettivo femminista palestinese.
In queste settimane assistiamo insomma a una nuova stagione sanguinosa, dove l’occupazione tenta di insinuarsi in ogni ramo o radice.
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