Opinioni
18 dicembre, 2025Nella proposta di FdI chi ottiene il 40 per cento dei voti conquista il 55 per cento dei seggi
Uno spettro si aggira per l’Italia, che potrebbe assestare il colpo finale alla democrazia già malata: si tratta della proposta di Fratelli d’Italia di approvare una nuova legge elettorale dopo il Porcellum, l’Italicum e quella vigente, il Rosatellum, tutte segnate da incostituzionalità gravi che limitano i diritti dei cittadini di esprimere un voto libero e non condizionato dalle logiche partitocratiche. La ragione di questo ennesimo giro di valzer, espressa con chiarezza dall’onorevole Donzelli, è di riequilibrare i conti tra i partiti della maggioranza e di creare difficoltà alle forze progressiste. Le mosse sono tre: eliminare i collegi uninominali, indicare sulla scheda il nome del candidato premier e soprattutto prevedere un premio alla coalizione vincente.
Il diavolo sta nei dettagli si diceva una volta, in questo caso si tratta di un macigno fondato sull’inganno. Infatti si accredita la vulgata di un premio di maggioranza, in realtà siamo di fronte a uno spudorato premio di minoranza e magicamente chi ottenesse il 40 per cento dei voti conquisterebbe il 55 per cento dei seggi. Il mito della governabilità distrugge così le regole basilari della rappresentanza. Lo sforzo di inventarsi regole avventurose conduce alla illegalità. Non per nulla il modello di riferimento è la legge Acerbo del 1924 che per l’appunto stabiliva un premio ancora più elevato a una minoranza. Va sempre ricordato che Giacomo Matteotti fu assassinato per la sua denuncia dei risultati prodotti da un sistema fondato sulla prevaricazione.
La legge in vigore fu contestata, come le precedenti dal senatore e avvocato socialista Felice Besostri, ma andrebbe corretta o cambiata rispettando la Costituzione e le indicazioni della Corte Costituzionale. I modelli limpidi e chiari esistono, quello tedesco che combina il voto proporzionale con sbarramento e la presenza di collegi uninominali, quello maggioritario inglese a turno unico e quello francese a doppio turno. Sono diffusi in Europa sistemi proporzionali puri o con correttivi come il metodo storico D’Hondt, che lasciano agli elettori le scelte e ai partiti di individuare le compagini coerenti per costituire il governo e l’esempio più recente è quello delle elezioni in Olanda.
Un modello originale che dette buona prova fu la legge che porta il nome del presidente Mattarella e che fu cancellata con una vera porcata.
In Italia abbiamo avuto nel 1953 il tentativo da parte di Alcide De Gasperi di prevedere un premio di maggioranza per la lista che avesse superato il 50 per cento dei voti validi. Nonostante si trattasse di un premio alla maggioranza per garantire un numero di seggi di sicurezza, l’opposizione in Parlamento fu caratterizzata da scontri anche fisici, tra ostruzionismo e voti di fiducia. I liberali subirono la scissione di Epicarmo Corbino e i partiti laici videro la nascita di Unità Popolare capeggiata da Ferruccio Parri. La “legge truffa”, questo l’efficace slogan utilizzato nella campagna elettorale, non ottenne il quorum per 57.000 voti e fu cancellata l’anno dopo.
Di fronte allo scenario allucinante di premiare una minoranza elettorale per di più con una affluenza al voto sotto il 50 per cento dei cittadini aventi diritto, dovrebbe manifestarsi una indignazione incontenibile.
Sarà in gioco il cuore della democrazia e non è immaginabile che qualcuno abbocchi alle sirene di favori o elemosine di tutela del particulare di guicciardiniana memoria.
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