Opinioni
19 dicembre, 2025Dall’educazione sessuale al genocidio corre un filo rosso di pensiero unico. E contagia anche Del Rio
Nelle “Postille” a “Il nome della rosa”, Umberto Eco cita la famosissima frase con cui Alessandro Manzoni, nei “Promessi sposi”, sintetizza la seduzione di Gertrude da parte di Egidio: «“La sventurata rispose” - punto e a capo - non ha lo stesso ritmo di “Addio monti”, ma quando arriva è come se il bel cielo di Lombardia si riempisse di sangue». La postilla nostra è che nella settimana passata molti sventurati hanno risposto, e il bel cielo italiano è quanto meno corrucciato. Il consenso si è declinato in molti modi (tranne che nella legge sulla violenza sessuale): intanto, nel tripudio di Pro Vita &Famiglia è stato approvato il ddl Valditara che obbliga le scuole a chiedere il medesimo ai genitori per i corsi sull’educazione sessuale e affettiva. Con il risultato, secondo la rete Educare alle differenze, di trasformare i genitori in censori e svuotare l’autonomia scolastica. Di contro, un mese fa, Valditara ha stavolta negato il consenso a un corso di formazione contro la militarizzazione delle scuole, giudicandolo «non coerente». In altre parole: si può parlare di educazione sessuale (forse e dipende con chi) solo chiedendo il consenso, ma il personale docente non può informarsi sull’onnipresenza dell’esercito.
Un principio simile accomuna Graziano Del Rio a Innocenzo Cipolletta, presidente Aie. Forse Del Rio soffriva di solitudine, e dai tempi di Dickens sappiamo che quando ci si sente soli, come accade al giovane Ebenezer Scrooge, si possono compiere scelte sbagliate: fatto sta che si è unito a Romeo (Lega), Scalfarotto (Italia Viva) e Gasparri (Forza Italia) con un ulteriore ddl sulla prevenzione e il contrasto dell’antisemitismo che nei fatti diventa un regalo agli islamofobi.Che c’entra Cipolletta? A parte l’affinità della protesta (una lettera contro la presenza di un editore neofascista a Più Libri Più Liberi), l’Aie è il doppio oscuro di Del Rio: laddove il secondo vuole una legge che nei fatti punisce chi è contro il genocidio a Gaza, il primo non allontana dalla fiera libri che sono pensati per istruire le giovani generazioni sulla bellezza del fascismo. Il Comune di Roma si è sfilato dall’inaugurazione, mentre il Comune di Torino, ai tempi della polemica sull’editore neofascista Altaforte al Salone, denunciò quest’ultimo per apologia (e i libri di Altaforte, paragonati a quelli di Passaggio al bosco, sembrano il “Galateo” di Colette Rosselli). Il ministro della Cultura Giuli se l’è cavata sostenendo che se l’editore in questione ha aderito ai principi della Costituzione il problema non sussiste. Resta misterioso come si concili con la Costituzione “La rivoluzione delle anime” di Leon Degrelle, combattente delle Ss, presentato come «un impareggiabile contributo alla Formazione di quella élite militante e differenziata che ha il compito di custodire e trasmettere la straordinaria eredità della lunga memoria europea».
Per questo, la cosa preziosa di oggi è un horror, “Il patto del re” di Joe Hill (figlio di Stephen King), che esce per Piemme nella traduzione di Luca Briasco. La trama: un gruppo di amici, per salvarsi da una brutta situazione, si ritrova a evocare un drago, e scopre che quando si dà il consenso a far entrare una creatura del genere nel nostro mondo si finisce in guai grossi. Perfettamente in linea con il dato Censis secondo cui il 30% degli italiani è convinto che le autocrazie siano più adatte allo spirito del tempo. E sarà difficile parlare non di consenso, ma di dissenso, se continuiamo così.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Cartoline per il Palazzo - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 19 dicembre, è disponibile in edicola e in app



