Opinioni
30 dicembre, 2025Nonostante la bocciatura della Consulta, l’autonomia differenziata resta la vera missione della Lega
Scappa da confronti e numeri, non affronta le priorità del Paese, ma per la secessione dei ricchi il governo Meloni-Calderoli c’è sempre. Coperto dal frastuono delle bombe e dall’arruolamento di una parte del sistema mediatico al servizio dell’economia di guerra, in questi giorni è in discussione in Commissione al Senato il ddl Calderoli, per la determinazione dei Lep (livelli essenziali di prestazione). Contemporaneamente, il ministro leghista lavora affinché il Parlamento con la legge di bilancio 2026 definisca i Lep relativi ad alcune funzioni riguardanti Istruzione, Sanità, Assistenza nel settore sociale e per gli alunni con disabilità.
Calderoli ha anche fatto collegare alla legge la Delega al Governo per la determinazione dei Lep e i disegni di legge di approvazione delle intese sulla legge 26 giugno 2024, n. 86. L’obiettivo? Precludere l’eventuale ricorso al referendum abrogativo. L’autonomia differenziata resta la vera missione della Lega, con la complicità dei patrioti di Meloni. Non è bastata la bocciatura della Consulta, che a dicembre dello scorso anno ha smontato la legge Calderoli. E nemmeno le migliaia di mobilitazioni e iniziative che hanno evidenziato come la stragrande maggioranza dei cittadini (votanti del centrodestra inclusi) fosse nettamente contraria a trasformare la Repubblica in venti piccoli staterelli con diritti diversi a seconda della residenza. Continuano a provarci in tutte le maniere.
Lo scorso novembre il governo ha sottoscritto con i presidenti di Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria le cosiddette pre-intese su quattro materie: Protezione civile, Professioni, Previdenza complementare e integrativa, Coordinamento della finanza pubblica nella tutela della salute. Sono accordi illegittimi che non tengono in nessun conto quanto stabilito dalla sentenza della Corte costituzionale del 3 dicembre 2024. Sentenza che esclude qualsiasi possibilità di devoluzione di intere materie alle Regioni e prescrive il passaggio alla potestà legislativa regionale solo in caso di comprovato vantaggio e di migliore gestione da parte della Regione, evidenziando l’inconsistenza della divisione tra materie Lep e non Lep. Sentenza che auspica il coinvolgimento del Parlamento per la valutazione sui Lep, indicati come materia politica perché collegata ai diritti sociali e civili dei cittadini, non certo tecnica come vorrebbe chi pretende ridurre a un luogo da consultare l’Assemblea legislativa della Repubblica.
Per questi motivi lo scorso 19 dicembre in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Lazio e Calabria si sono tenuti presidi e iniziative organizzate dai Comitati contro ogni autonomia differenziata, insieme ad associazioni, movimenti e sindacati. Non solo denunciano e contestano l’accelerazione del governo Meloni, chiedono alle Giunte regionali di ricorrere alla Corte costituzionale qualora venissero approvati i Lep nella legge di Bilancio o nella legge delega. Con questo obiettivo hanno consegnato le petizioni sottoscritte da migliaia di cittadini. Vogliono che le Regioni la smettano di portare avanti percorsi di autonomia, in modo da scongiurare gli effetti discriminatori che provocherebbe. Uguaglianza dei diritti e unità della Repubblica agli articoli 3 e 5 della Costituzione continuano a essere minacciati dal governo Meloni. Per questo serve tenere le antenne dritte, denunciare e scendere in piazza quando serve. Facciamo Eco!
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