Opinioni
11 luglio, 2025Il Turismo si rivela un grande affare in un crescendo di sagre, contributi. E inchieste dei pm
Dicesi «corrente turistica» la ridanciana brigata di Fratelli che dimora abitualmente nei pressi della spesa siciliana per incrementare il flusso di visitatori dell’Isola. Con metodo e costanza, il gruppo, in un crescendo di sagre, serate di beneficenza, contributi per film, improbabili promozioni d’immagine all’estero e, in più di un caso, di un variegato campionario di malversazioni, si incarica di dirottare una parte dei fondi verso il circuito di favori e voti, comunemente detto clientela.
Nulla di nuovo: si replica qui ciò che, a qualsiasi latitudine partitica, è già stato fatto con alterne fortune, discrete ricchezze e un certo qual grado di impunità. Quel che emerge adesso è però un certo riproporsi dello schema con il coinvolgimento di tanti, troppi, delfini meloniani di Trinacria. Le contromisure, fino a questo punto, paiono essersi limitate all’invettiva. Guai a parlare di questione morale, di selezione avventata delle classi dirigenti, di pratiche di potere che hanno sedotto, inevitabilmente, anche i duri e puri postmissini. Sotto la fiamma tricolore arde, indomito, lo spirito di fiera inconcludente alterità.
Accade così che, regnando il governatore Nello Musumeci, oggi ministro, si organizzi una dispendiosa trasferta a Cannes per riuscire nella chimerica impresa di legare il nome della Sicilia alla mostra del Cinema. I dubbi su costi e consistenza della trovata, sollevati in quasi solitudine da Mario Barresi del quotidiano La Sicilia di Catania, avrebbero consigliato maggiore prudenza. Ma l’occasione è ghiotta e così quando l’allora assessore al Turismo, Manlio Messina, vola a Roma per diventare vicecapogruppo della Camera – ora esautorato – al suo posto arriva Francesco Paolo Scarpinato, anche lui Fratello, che scuce ancora più denari del predecessore. Finisce sconfessato dal governatore nel frattempo insediatosi, l’ex presidente del Senato, forzista, Renato Schifani. Scarpinato ci rimette la poltrona. Nel senso che la scambia con l’assessora collega di partito Elvira Amata. Lui va ai Beni culturali, lei al Turismo. Un minuetto.
Totale della danza: poco meno di 6 milioni di euro, oltre la metà bloccati e il resto finiti in Lussemburgo, dove ha sede la società che in esclusiva ha organizzato shooting e stand siciliano a Cannes. Elvira Amata finisce prossima al rinvio a giudizio: il suo segretario, tra l’altro, avrebbe cumulato incarichi dai contraenti dell’amministrazione. E lo stesso avrebbe fatto Sabrina De Capitani, la potentissima zarina meneghina, spedita da Ignazio La Russa a costruire l’immagine del suo pupillo, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno, indagato per corruzione e peculato. Con una fabbrica di eventi, Fondazione Federico II, un ufficio di collocamento per sodali, Fondazioni Teatro Massimo e Orchestra sinfonica, avrebbe messo su un circuito parallelo e in parte coincidente con quello ufficiale del Turismo.
In mezzo, un’intraprendente e ammanicata imprenditrice, Marcella Cannariato, moglie del patron di Sicily by car, Tommaso Dragotto.
Capitolo a parte la Sicilian film commission che dipende dal Turismo, regno dell’ex finanziere, nel senso di Nucleo tributario, Nicola Tarantino. Dovrebbe attrarre produzioni per l’Isola cartolina. E intanto scarta a piacimento nel mazzo. O somma i denari siculi alle già cospicue contribuzioni nazionali.
Dopo la Milano da bere, questa è la Sicilia da mangiare. Con un parterre così, meglio evitare imbarazzi: la commemorazione di Paolo Borsellino annunciata in grande stile, si farà. Ma a Roma.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Stati Uniti d'Europa - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 11 luglio, è disponibile in edicola e in app