Nel 2009 questo giornale venne portato in tribunale per un titolo, “Eurofannulloni”, seguito da un’inchiesta sulla scarsa dedizione dei parlamentari europei: ci volle qualche anno, ma nel 2022 la Cassazione sancì che la parola rientrava nel diritto di critica. Nel frattempo, però, le cose sono cambiate e almeno gli esponenti di governo lavorano più duramente del piccolo Oliver Twist, sono più solerti di Bartleby lo scrivàno prima che cominciasse a dire di no, amano la propria professione più del Libertino Faussone de “La chiave a stella” di Primo Levi. È dunque un peccato che sia stata ritirata la proposta della settimana corta per i deputati avanzata dal ministro Luca Ciriani: perché è facile dimostrare che dal lunedì al giovedì si possono fare moltissime cose, come è avvenuto nei giorni scorsi.
Per esempio, il ministro Matteo Salvini – oltre a svolgere, supponiamo, le sue regolari attività – ha trovato il tempo di presenziare al processo contro Roberto Saviano, querelato per averlo definito, nel 2018, «ministro della malavita»: è una citazione da Gaetano Salvemini, anzi, è il titolo di un suo saggio che per esteso è “Il ministro della mala vita: notizie e documenti sulle elezioni giolittiane nell’Italia meridionale”. Salvini, in aula, non solo ha ammesso di conoscere il testo, e dunque di avere speso tempo per documentarsi, ma si è anche intrattenuto con l’avvocato di Saviano, Antonio Nobile, che gli ha chiesto la differenza tra politica e propaganda. A essere pignoli, non ha risposto, ma l’impegno traspariva da come ha motivato le parole usate in campagna elettorale contro Saviano («Una volta al governo, gli toglieremo l’inutile scorta»): «È un’esternazione politica», ha detto. Quattro parole, ma riconosciamo che costano fatica.
Poca, in effetti, se paragonata alla dedizione di Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che da sempre si distingue per stakanovismo: dopo le urla «Vergognati» a Nicola Lagioia al Salone del Libro 2023 (che venivano qualche mese dopo la condanna di Montaruli per peculato, ma son dettagli) e dopo aver abbaiato in tv a Marco Furfaro, Montaruli si è ora occupata dello storico Carlo Greppi e del suo libro per le scuole superiori, “Trame del tempo”, uscito per Laterza, dove si parla di Fratelli d’Italia come del partito che ha raccolto l’eredità del fascismo. Montaruli si è impegnata a denunciare e un altro grande lavoratore come il ministro Giuseppe Valditara ha scritto all’Associazione italiana editori, non sapendo che la censura non rientra fra i suoi compiti. Probabilmente provvederà di persona.
Infine, vogliamo parlare del ministro Alessandro Giuli? Il 27 giugno è stata pubblicata la graduatoria per i finanziamenti da erogare a festival, compagnie e teatri e, con grande senso del dovere, Giuli ha dimezzato un bel po’ di punteggi, come quello di Santarcangelo Festival, una delle glorie italiane da mezzo secolo, ma anche di altre compagnie evidentemente non gradite. Una gran fatica, ammettiamolo. Per questo, la cosa preziosa di oggi è “Risto Reich” di Luigi Chiarella (Alegre), dove si raccontano i dieci anni del protagonista come cameriere immigrato in Austria. Si parla di turni massacranti e mancanza di tutele. In una parola, di sfruttamento. Che cosa volete che sia, di fronte all’esempio del governo? Concedetela, questa settimana corta: è un atto di clemenza anche per noi cittadini, perché almeno dal venerdì alla domenica ci vengano risparmiati i frutti di tanto lavoro.