Opinioni
7 agosto, 2025Il dl sicurezza da una parte, la scure su arte e libri dall’altra. La ricetta del governo per gestire il dissenso
È il 1972, Bukovskij viene condannato a sette anni di carcere duro, in tredici muoiono a Derry, nel Bloody Sunday irlandese, a Parigi cade ancora, due volte, la ghigliottina. Intanto, Italo Calvino pubblica uno dei suoi libri più complessi e belli, “Le città invisibili”. Dove, fra le moltissime altre cose, si dice: «L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».
Bisognerebbe rivolgersi più spesso ai libri per capire qualcosa di noi e del nostro presente: perché la cecità nei confronti dell’inferno non solo continua ma peggiora, e neanche la morte per fame in diretta riesce a essere vista davvero. Ma diventerà probabilmente ancora più difficile, a giudicare da quanto si prevede nella legge di bilancio 2025, spulciata dalla newsletter “Pubblico” di Fondazione Feltrinelli: 10 milioni di euro in meno per beni librari e fondazione del libro, meno 9,4 per i beni archivistici, meno 424,9 per il patrimonio culturale, meno 485,8 per la tutela dei beni e delle attività culturali e paesaggistiche.
Ora, si può anche far finta che non contino nulla una ventina d’anni di Beppe Grillo e di chi ne ha interpretato il pensiero in modo ancor più oltranzista: nei fatti, però, sembra che ci sia un certo gongolare per la mannaia sulla cultura. Quanto al ministro Giuli, che dovrebbe difenderla, fa altro, e ci informa sui social di essere ad Ascoli a presentare il suo libro e per questo ringrazia il sindaco Marco Fioravanti (Fratelli d’Italia), ma pur avendo visitato l’Archivio di Stato ascolano tace su quel che agli archivi accadrà. Certo, così è comodo.
Perché un ministro è libero di presentare i suoi libri, meno di dedicarsi ai regolamenti di conti, tagliando teste e finanziamenti alle istituzioni sgradite, e nel migliore dei mondi possibili (non il nostro) dovrebbe fare quanto in suo potere per far capire che grazie alla cultura comprendiamo chi siamo e chi sono gli altri. Grazie a Bulgakov e a Woland, il diavolo de “Il maestro e Margherita”, riusciamo a leggere fra le righe degli editoriali di Giuliano Ferrara quando finge di fare marcia indietro su Gaza. Grazie all’ordine del Pianeta Tlön di Borges riconosciamo non solo il nazismo, ma i totalitarismi che si riaffacciano ai nostri giorni. Se leggiamo, capiamo qualcosa di più del mondo e magari scopriamo che la copertina che Time ha dedicato a Meloni non è motivo di orgoglio patrio, perché si riferisce a un articolo dove si dice che la premier desta preoccupazione in chi ricorda che in Europa «i fantasmi dell’autoritarismo e delle sue decine di milioni di vittime infestano ogni angolo del continente».
Per questo, la cosa preziosa di oggi è “Manuale di magia No Tav!” di Mariano Tomatis e Spokkio, pubblicato da Eris edizioni: è un fumetto, una rassegna di trucchi magici e un modo per capire cosa è successo e succede in Val di Susa da oltre trent’anni a questa parte. Utilissimo per rendersi conto a cosa ci porterà il dl sicurezza, che prevede, come è nello stile di questo governo, di annichilire quello che non può tacitare a colpi di censura o di tagli.
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
2025, quel che resta dei giorni - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
II settimanale, da sabato 27, è disponibile in edicola e in app

