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Politica
gennaio, 2008

Squadra Mobile Bar

Un alto dirigente della Polizia di Firenze riunisce ogni giorno i suoi collaboratori in un caffè. E mobilita un corteo di auto di servizio. Mentre mancano pattuglie e soldi per gli straordinari

Quanto costa un caffè al banco in un bar del centro di Firenze? Un euro, se a prenderlo è un cliente qualunque, molto di più, per i contribuenti, se quel cliente è un alto funzionario dello Stato, che ogni giorno si fa accompagnare dall'autista sulla macchina di servizio a quattro chilometri e mezzo dal suo ufficio. Ma siccome a bere il caffè da soli non c'è gusto, al costo di quel caffè va aggiunto quello dei suoi vice, che lo raggiungono nello stesso bar, sempre con autista e auto di servizio, anche dalla sede periferica dell'ufficio, per un viaggio che, tra andata e ritorno, misura 14 chilometri. Questa è l'abitudine pomeridiana del dottor Fabio Cilona, primo dirigente della Polizia di Stato e comandante dell'VIII Reparto Mobile di Firenze. Che 'L'espresso' ha potuto sorprendere e documentare nel suo rito, irrinunciabile come il the delle cinque per gli inglesi.

Praticamente ogni pomeriggio alle 17, l'autista di Cilona, in uniforme, si alza dalla sedia e parte dal comando di Poggio Imperiale per andare a prendere a casa il suo dirigente, che abita a otto chilometri di distanza, a bordo di una Alfa Romeo 'in borghese'. Destinazione: il Caffè Paskowski, uno dei più eleganti del centro di Firenze. Un rito che si ripete dal martedì al venerdì, per settimane; perché il lunedì il bar osserva il turno di riposo. Alla stessa ora, con militare precisione, convergono nello stesso bar i suoi vice, tutti commissari o vice questori, che spesso devono attraversare tutto il traffico dei viali cittadini, perennemente bloccati dai lavori per la tranvia, percorrendo il tragitto dall'autostrada fino al centro città. Ovvero 14 chilometri percorsi da un altro autista, stavolta a bordo di un'auto con i 'colori d'istituto', una Fiat Stilo con le insegne del Reparto Mobile. All'appuntamento Cilona viene salutato con la mano alla visiera del berretto, mentre gli autisti parcheggiano negli spazi riservati ai taxi.

Tutto questo in una città dove, a fronte di 599 rapine, 114 violenze sessuali, sette omicidi, 2.512 furti in casa e 6.500 scippi o borseggi, di notte circolano solo cinque volanti della questura e nemmeno un commissariato resta aperto dopo le 20, nonostante gli otto milioni di turisti ogni anno. Ma l'altra distrazione del denaro pubblico documentabile è quella degli straordinari dei poliziotti. Una circolare del ministero dell'Interno fissa il tetto massimo mensile per ogni agente a 55 ore di straordinario. Gli agenti degli uffici operativi, come la Squadra Volanti, la Mobile e la Digos, ovviamente ne effettuano molte di più, con la consapevolezza che non verranno mai pagate, ma tradotte in riposi compensativi, andando così ad aggravare la cronica mancanza di personale.

Questa carenza di risorse, che Cilona conosce bene, avendo per anni diretto l'Ufficio Prevenzione Generale e avendo lavorato alla Squadra Mobile della questura fiorentina, non sembra suggerire una maggiore prudenza nel disporre di quel poco che resta. Il Viminale ha assegnato all'VIII Reparto Mobile 2.200 ore di straordinario al mese, ma, a novembre, i 370 agenti della vecchia Celere ne avevano lavorate 12 mila, tra cui vanno contate anche quelle degli autisti che scorrazzano i funzionari a prendere il caffè. 'Zuppone' si dice in polizia, con un termine coniato proprio dagli ex celerini, che sta a significare gonfiare l'orario di servizio per aumentare la paga con lo straordinario.

Solo che con i limiti imposti dal Viminale la zuppa diventa amara, soprattutto per quell'autista del dottor Cilona che ogni mese ne 'smarca' più di cento, al prezzo, per lo Stato, di dieci euro lordi all'ora. L'utilizzo improprio di mezzi e uomini a Firenze è un costume generalizzato? Secondo Riccardo Ficozzi, segretario provinciale generale del Siulp, il maggiore sindacato di polizia a cui è iscritto il 65 per cento dei poliziotti fiorentini, fortunatamente no: "Quello che apprendiamo", commenta Ficozzi, "se rispondente a realtà, è incommentabile. Ovviamente è contemplata, nel corso del servizio, la sosta per il cosiddetto 'B. F.' (bisogno fisiologico), ma mai prima d'oggi ci era capitato di sapere che un dirigente, con regolarità, si rechi in un bar distante qualche chilometro dal proprio ufficio e, circostanza che, se reale, riteniamo ancor più grave, che il 'rito' venga consumato in compagnia di funzionari della Polizia a lui direttamente subordinati per funzioni, grado e appartenenza d'ufficio e tutti utilizzando autisti e mezzi di servizio".

Poliziotti che forse potrebbero essere impegnati in più utili servizi. "Tra l'altro", aggiunge Ficozzi, "questo accade in un Reparto in cui lo sforzo operativo che si richiede al personale è altissimo e in un momento in cui le risorse sono praticamente inesistenti". Tanto che, ricorda il sindacalista, è stato proprio Cilona, nei mesi scorsi, a sospendere la reperibilità per i suoi uomini. Un accordo raggiunto con i sindacati nel 2001 stabiliva che ogni giorno fosse reperibile una squadra speciale per assicurare il pronto impiego in caso di particolari eventi sociali o ambientali.

Per questo il Reparto mobile di Firenze teneva sempre allerta un automezzo altamente tecnologico e il personale in grado di fronteggiare un'emergenza nucleare e batteriologica, i vtc (specie di piccoli carriarmati) e i mezzi anfibi in grado di soccorrere la popolazione del bacino dell'Arno, tutt'oggi a rischio esondazione. Tutto questo da luglio è stato cancellato, determinando, sempre secondo il sindacalista, "legittimi dubbi sulla bontà della gestione del Reparto. Insomma, se da una parte sono disponibili risorse per garantire sicurezza ai cittadini e non vengono utilizzate, dall'altra le risibili risorse economiche e di organico vanno a essere utilizzate per quantomeno discutibili scopi". Un comportamento, quello del dirigente di polizia al caffè, che suscita perplessità sulla sua opportunità in tempi di vacche magre, sottolineati dalle migliaia di poliziotti che l'1 dicembre scorso hanno manifestato a Roma e Milano contro la Finanziaria che taglia ulteriormente, secondo i sindacati, uomini, mezzi e risorse.

Perplessità non solo di carattere etico. "In casi come questo", spiega ancora Ficozzi, "il Dipartimento della Pubblica Sicurezza potrebbe adottare provvedimenti disciplinari seri, ma se vi fossero riscontrate violazioni di legge, la questione potrebbe finire davanti alla magistratura". Proprio il Siulp si è già rivolto a uno studio legale per verificare la correttezza dell'utilizzo dello straordinario al Reparto Mobile di Firenze, preannunciando, in caso di riscontro di violazioni, il ricorso alla Corte dei Conti. Gli agenti dei reparti mobili sono quelli che, dalla smilitarizzazione del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza del 1981, mantengono ancora un regolamento di impostazione militare. E a Firenze Cilona è ben noto per la sua attenzione alla disciplina. Tanto che in molti ricordano la punizione inflitta a un agente in servizio di ordine pubblico a Roma, nell'estate scorsa, che chiese l'autorizzazione a un suo superiore per prendere un caffè in un bar vicino. Il permesso fu accordato, ma in quel bar c'era troppa coda alla cassa e il poliziotto pensò bene di rivolgersi a un bar distante pochi metri. Per quella leggerezza fu proprio Cilona a sanzionare l'agente con la pena pecuniaria di un trentesimo del già magro stipendio. Quella punizione, se raffrontata alle decine di tazzine sorseggiate dallo stesso dirigente con i suoi funzionari in orario di servizio, suona come una beffa e un pessimo esempio per i suoi uomini.

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