Si vanta di aver preparato il prosecco per George Clooney e il baccalà per Werner Herzog, ha gestito catering alla Mostra del cinema di Venezia e alle Olimpiadi di Vancouver, ma nessuno è profeta in patria e di Tino Vettorello, in Veneto, sanno ben poco. "Ciao a tutte le sposine! Ho sentito parlare del catering Tino Eventi di Treviso, ma non ho trovato informazioni. Qualcuna lo conosce?", si informa la futura sposa Chiara sul forum Matrimonio.it. Passa qualche settimana e risponde Chivan: "Ho lavorato con loro. Da fuori tutto appare ben curato, il servizio al tavolo, l'insieme armonioso. E invece non hanno una grande organizzazione e neppure un grande rispetto per le persone". Conclude Chiara: "Ci hanno fatto perdere un mese. Trattano male i dipendenti e anche i clienti". A meno che non ti chiami Luca Zaia e di mestiere fai il ministro delle Politiche agricole. Perché Tino, incontentabili queste ragazze, è il ristorante preferito dove il ministro della Lega ama mangiare e ricevere. Ed è un tassello importante del suo sistema. Quello che ha trasformato lo sconosciuto Vettorello, macellaio di San Polo di Piave con locale a Ormelle, in una macchina da soldi. E che ora gira a pieno regime per raggiungere l'obiettivo della vita: portare l'ex ragazzo di Godega alla conquista del Veneto, tramutarlo nel Doge del Carroccio.
"Par el so' 'vivo interessamento'/casca la neve, cresse el frumento/nasce i putini, more i porsei, canta la lòdola, se mucia i schei...", recitava una filastrocca degli anni Settanta quando il bello e il cattivo tempo in regione lo faceva Antonio 'Toni' Bisaglia, il padrone della Dc, gran intenditore di grappe, una montagna di preferenze. Sul frumento e sui porsei, i suini, ci siamo, gli schei non mancano. Rispetto alla ricetta degli antichi maestri dorotei, che non amavano l'apparire, Zaia il giovane ha introdotto due novità: la cura ossessiva della propria immagine. E l'attenzione privilegiata per la sua provincia, il trevigiano, e per i suoi sodali. Ben ricompensati per la fedeltà.
Una settimana fa, con la Lega che in Veneto vola nei sondaggi, quasi dieci punti sopra il Pdl, la Procura di Venezia ha chiesto di saperne di più sull'opuscolo 'Il Welfare dell'Italia'. Stampato a spese del ministero, fa parte dell'accordo tra Buonitalia e Federsanità per "promuovere la dieta mediterranea". Costo: 3 milioni di euro. Il libretto, 32 pagine, 500 mila copie in italiano e in inglese, si legge nel contratto, sarà diffuso "con distribuzione di massa in Italia e in America". Per ora è arrivato in massa nelle case delle famiglie venete, in piena campagna elettorale. Copertina: Zaia in gessato scuro e fazzoletto verde di ordinanza, che brinda con un calice di vino. Titolo: 'La salute vien mangiando'. E siccome viene anche l'appetito, ecco le foto del ministro tra forme di parmigiano, tartufi, frutta e salumi. Altro che dieta mediterranea, un'abbuffata di voti, si spera. Grazie all'involontario contribuente.
Il ministro nega indignato ogni responsabilità e reclama chiarimenti. Non sarà difficile averne, dato che il libretto è stato prodotto in casa. La Federsanità è presieduta da Angelo Lino Del Favero, direttore generale dell'Asl 7 Veneto Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, un feudo del ministro-candidato. E il committente del progetto è il presidente di Buonitalia Walter Brunello. Trevigiano doc anche lui, naturalmente. Come il radicchio. E come Zaia.
Doppiezza padana: in Veneto sbraitano contro Roma ladrona, nella capitale non disdegnano le delizie di Roma godona. Macchine ad alta cilindrata, appartamenti in centro, stipendi da favola, voli in business class. Favori, regalie, elargizioni agli amici degli amici. Viva il campanile, a spese dello Stato.
Buonitalia, società del ministero delle Politiche agricole interamente pubblica, nata nel 2002 per valorizzare l'agroalimentare made in Italy, è il cuore del sistema Z. Il motore, la centrale operativa. Il primo anello della catena clientelare, pardon alimentare. Perfino il sito della società, a lungo oscurato, è stato ristrutturato un mese fa, giusto in tempo per le elezioni, affidato alla City Center, agenzia di Treviso, che cura la comunicazione della gloria locale, indovinate chi. Se clicchi sopra il credit ti rimandano direttamente al sito di Zaia, così non si perde tempo. E Brunello, il presidente di Buonitalia, è un perfetto esemplare della nuova razza padana, il leghista di lotta e di sottogoverno.
Una carriera all'ombra di Zaia: con Luca vice-presidente del Veneto, è il responsabile dell'azienda regionale di promozione turistica. E quando il suo padrino in camicia verde approda al ministero di via XX settembre, nel 2008, Brunello lo segue a Buonitalia. A Paese, il centro del trevigiano dove risiede, tiene parcheggiata o a disposizione della moglie l'auto di servizio, una Bmw X3 bianco latte ("Come quella del ministro", raccontano). A Roma, dove guadagna 160 mila euro l'anno più l'affitto di una casa in centro, si sente un novello Marco Polo sulla via della Seta e si allarga: l'ultima assunzione è il leghista tirolese Franz Mitterrutzner, nominato direttore con un contratto di quattordici mensilità e quasi 8 mila euro al mese per non meglio precisati incarichi ("Assistere il presidente sia in fase preparatoria che durante lo svolgimento delle riunioni di lavoro..."). E può contare su una formidabile leva economica a sua disposizione: 50 milioni di euro per progetti di promozione dell'agroalimentare, stanziati già nel 2005 dal ministero dell'Agricoltura insieme all'Economia e mai spesi, in attesa dei bandi di gara.
Con Zaia e Brunello la musica cambia e partono i finanziamenti. Sponsorizzazioni. Tour promozionali. Contributi a pioggia, su cui arrivano le interrogazioni del deputato Pd Emanuele Trappolino. Progetti per lo più gestiti dall'Aicg, l'associazione che raggruppa alcuni consorzi alimentari, dove gli uomini di Zaia sono ben rappresentati: ai rapporti istituzionali c'è il trevigiano Luca Giavi, l'uomo del radicchio, a occuparsi dei progetti Buonitalia il direttore del consorzio prosciutto di San Daniele, Mario Cicchetti.
Un pacchetto che si ripete: affidamento del progetto, società e agenzie per allestimento e catering, quasi sempre le stesse. La veneta Publitour cura gli allestimenti, per esempio. Ma il vero beneficiario di Buonitalia, nella quasi totalità dei casi, è lui, il cuoco di Odelle, il Vissani della Lega, il ruspante Vettorello. La sua Tino, nata nel 2007 con un unico socio, Vettorello, e appena sette dipendenti, nel 2008 quando Zaia diventa ministro decolla. È lui che cura i pacchi dono del ministero a Natale. Ed è lui, soprattutto, che fa il pieno degli eventi targati Buonitalia: catering degli stand ai Mondiali di nuoto (insieme alla Relais di Stefano Ottaviani, genero di Gianni Letta), della Mostra del cinema di Venezia, degli Internazionali di tennis e del giro d'Italia. Solo nell'ultimo mese una tripletta: i suoi camerieri con il logo Tino Eventi hanno sfamato gli atleti italiani alle Olimpiadi a Vancouver, i visitatori della Bit a Milano e della fiera internazionale del biologico a Norimberga. Povero Tino, non ha più tempo per organizzare neppure un matrimonio come si deve. Per fortuna alla guida della regione sta per arrivare l'amico Zaia. E allora sai che tavolate.