Marco Cappato, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni: la Camera ha appena approvato l'articolo 3 del disegno di legge sul testamento biologico, che esclude l'alimentazione e l'idratazione assistite dai trattamenti a cui si può rinunciare.
«L'articolo 3 è un dettaglio importante, ma il problema è complessivo. Quello che hanno fatto è stato approvare legge per impedire ogni possibilità di realizzare il testamento biologico nel nostro paese. L'hanno fatto coprendo di ridicolo e di assurdo la funzione stessa del Parlamento e usando la tecnica dei frati e del pesce».
Prego?
«Si dice che nel medioevo i frati, per poter mangiare la carne anche di venerdì, la "battezzassero" pesce. Letteralmente. Prendevano il maiale e dicevano "io ti battezzo pesce". E poi lo mangiavano. Nel caso del testamento biologico hanno fatto esattamente la stessa operazione».
Be', l'adagio è che all'idratazione e all'alimentazione artificiali non si possa rinunciare perché sono dei nutrimenti…
«Quella era una prima versione. Poi è stato dimostrato che al cibo si può rinunciare eccome: Giovanni Nuvoli, che fece lo sciopero della fame come risposta al fatto che all'anestesista Tommaso Ciacca fu impedito di assecondare la sua volontà come Mario Riccio aveva fatto con Welby, morì di inedia con il consenso del vescovo, della polizia, del tribunale dei medici».
E quindi?
«E quindi, siccome è evidente che uno può rinunciare alle cure, perché lo dice esplicitamente la Costituzione, ma anche al nutrimento, come Nuvoli ha dimostrato, l'unica soluzione era "battezzare pesce" l'alimentazione e l'idratazione artificiali: creando una nuova categoria chiamata "sostegno vitale" in modo da poterla immediatamente proibire».
Però il problema è complessivo, dicevi.
«Certo. Del resto, al di là di nutrizione e idratazione, le condizioni per cui secondo questo DDL si possono staccare le macchine sono pressoché assimilabili alla morte; in sintesi, si tratta di un testamento biologico che non solo restringe i casi a cui si applica praticamente a nessuno, e in più non è nemmeno vincolante. È un testamento che nessuno farà perché non serve a niente. Se non a proibire».
Secondo te ci sono margini per ribaltare la situazione al Senato?
«I margini ci sarebbero se fossimo in una vera democrazia: basterebbe che nei giorni precedenti all'approvazione al Senato ci fossero dibattiti veri in prima serata su Rai e Mediaset, magari condotti dai principali anchormen televisivi, con un dibattito vero su questi temi».
Dici che servirebbero?
«Sai com'è: in presenza di un dibattito pubblico autentico, una legge contro l'opinione dell'80 per cento dei cittadini è difficile farla passare. Perché è questo che dicono tutti i sondaggi».
Che altro?
«Va da sé che le grandi organizzazioni della sinistra progressista, invece di avere una posizione parlamentare "mite", come dicono loro, intraprendessero una lotta. Se ci fosse mobilitazione politica vera questa legge non passerebbe mai».
Quali sono i possibili fronti per opporsi? Sei d'accordo con l'iniziativa di Ignazio Marino, che vorrebbe sottoporre la questione al giudizio referendario?
«Per quanto riguarda noi è presto detto: organizzeremo la demolizione della legge da parte della Corte Costituzionale, così come abbiamo fatto con la legge 40. Aiuteremo tutti quelli che hanno fatto un testamento biologico, come Paolo Tavasin con il suo video-testamento, a presentare un ricorso preventivo, finché possono farlo, per cautelarsi dal rischio che quando questa legge sarà in vigore venga loro impedito di realizzare la propria volontà. Quanto al referendum, Ignazio Marino farebbe bene a porsi prima il problema del suo partito…».
Ci siamo, il Pd. L'approvazione alla Camera è avvenuta a voto segreto: facendo due conti un bel gruppo dei democratici deve aver votato a favore…
«Certo. E loro sanno sicuramente di chi si tratta. D'altra parte sono loro che affidarono la presidenza della Commissione Salute a Dorina Bianchi, attualmente in forza all'ala cattolica del PdL, proprio in sostituzione di Ignazio Marino. Molti dei cattolici sono partiti per altre destinazioni, alcuni sono rimasti, ma il problema non sono loro. Anche il partito democratico americano ha tra le sua fila degli antiabortisti, ma Obama non si fa certo condizionare dai loro veti. La realtà è che i cattolici del Pd non sono un problema, ma un alibi, perché consentono al vertice di mantenere posizioni anziché intraprendere lotte: e sono solo le lotte, non le posizioni, che creano preoccupazioni al Vaticano».
Allora? C'è il margine per una mediazione o si va allo scontro?
«Il risultato della "mediazione" è quello che abbiamo davanti agli occhi, ed è fallimentare. L'unica strategia possibile è mettere in campo iniziative che impongano una risposta inequivocabile di adesione o di non adesione ai vertici politici dei partiti della sinistra italiana, ma anche alla base e ai quadri del centrodestra: perché di fronte a una lotta vera, condotta davanti agli occhi dell'opinione pubblica, neanche loro potrebbero schierarsi contro. Semplicemente perché i loro elettori sono a favore».
Scontro, quindi. Compreso il tabù dell'eutanasia?
«Questo è un altro fatto allucinante. E' allucinante che anche il Pd abbia voluto chiarire di essere "radicalmente" contro l'eutanasia, senza però poter fornire alcuna giustificazione giuridica. Semplicemente perché la fattispecie non esiste nel nostro codice penale, e quindi dire di essere contro non vuol dire niente. Allora ecco la nostra risposta: noi siamo "radicalmente" contro l'eutanasia clandestina, e quindi siamo a favore dell'eutanasia legale; e già adesso, come radicali dell'Associazione Luca Coscioni, ci impegniamo pubblicamente ad aiutare a nostro rischio e pericolo sul piano giudiziario tutte le persone che cercheranno di accedere all'eutanasia, incluse quelle forme di eutanasia che non sono legali in Italia e per le quali è necessario andare all'estero».