Parla un ex-dirigente di Sogei. Cacciato dal centrodestra dopo che aveva indagato sulle gare gestite da Milanese

Chi tocca Edil Ars si scotta. Lo sa bene Francesco Scolamiero, 57 anni, matematico a spasso da tre anni. Licenziato dalla Sogei, la Società Generale d'Informatica, nel luglio del 2008 dopo una trentina d'anni di onorato servizio con una lettera consegnata a mano che lo ha messo alla porta in mezz'ora. Succede quando ficchi il naso dove non devi. Succede quando hai indagato sullo strano giro di appalti pubblici che la società d'informatica ha indirizzato, guarda caso, sempre verso la stessa azienda. Con procedure di gara poco limpide. E passaggi di soldi disinvolti per lavori realizzati pure male.

Francesco Scolamiero non si stupisce affatto quando legge delle disavventure giudiziarie di Marco Milanese, ex stretto collaboratore di Tremonti. "In Sogei tutti sapevano che era lui a comandare, decidere, promuovere e punire. Così come tutti sapevano che quando agiva, lo faceva su ordine del ministro", denuncia l'ex manager: "Consigli d'amministrazione, nomine, appalti. Gli ordini arrivavano sempre da lì. Da quella cerchia ristretta, da quel tandem. Come dimostra anche la vicenda della casa di Milanese abitata da Tremonti e ristrutturata appunto da Edil Ars in via di Campo Marzio".

Siamo tra il 2002 e il 2006, gli anni in cui Edil Ars spadroneggiava in Sogei. Commesse su commesse per decine di milioni di euro. Poi cade Berlusconi e arriva il centrosinistra. Visco e Padoa Schioppa azzerano i vertici e chiamano al comando Valerio Zappalà e Gilberto Ricci. I due manager incaricano Scolamiero di mettere ordine nel settore degli appalti: "Verificai che Edil Ars aveva lavorato in regime di sostanziale monopolio con Sogei, prendendo una dozzina di appalti per un importo complessivo di 15 milioni. E lavorando su questo fronte da più parti avevo avuto notizia che era stato Milanese ad imporre alla vecchia dirigenza di Sogei, guidata dal presidente Sandro Trevisanato e dall'ad Aldo Ricci, il nome di Edil Ars, guidata da Angelo Proietti", spiega. Spulciando tra le carte, il dirigente ficcanaso scopre di tutto. Gli appalti presentano violazioni. Nell'autunno 2003, a una gara per la manutenzione partecipano Edil Ars ed Edil Pasa e quest'ultima si aggiudica la commessa: le due ditte appartengono ad Angelo Proietti, l'amico di Milanese. Pochi mesi dopo, alla vigilia di Natale, Edil Ars si aggiudica pure la ristrutturazione del Ced per oltre 4,5 milioni e una settimana dopo la firma del contratto, viene addirittura saldata per il 30 per cento dei lavori con un milione e mezzo di euro.

Ma "la madre di tutte le irregolarità", come la definisce Scolamiero, è datata settembre 2005. I lavori di bonifica della sede di Sogei, 800 mila euro, se li aggiudica una ditta sconosciuta in Sogei: Lupo Rocco. Ma Lupo Rocco in Sogei "non ci ha messo mai piede", scoprirà il manager rimosso. E questo perché ha ceduto i lavori a Edil Ars, esclusa dalla gara per un errore formale, attraverso un "contratto di subappalto occulto". Tanto basterebbe per sbattere fuori da Sogei Edil Ars per sempre. Non nel magnifico sottobosco tremontiano che, nel 2008 di nuovo al governo, vede Milanese tornare al ministero e Sandro Trevisanato e Aldo Ricci tornare in Sogei.

Ecco che Scolamiero viene licenziato per "esigenze di riorganizzazione aziendale", fa causa all'Azienda e prepara un dossier, che consegna alla Corte dei conti, all'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, alla Procura di Roma e alla Sogei. Ma Edil Ars non ci bada. E ricomincia a ottenere appalti, che in alcuni casi vengono coperti dal "vincolo della segretazione". In azienda viene assunta anche la figlia di Proietti. Una vicenda con molti contorni da chiarire. Ora che anche gli atti dell'inchiesta di Napoli sono stati trasferiti a Roma, dove il dirigente rimosso è già stato ascoltato tre volte, tra il 2009 e il 2010, dal nucleo di polizia tributaria.

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