Alla fine a Berlusconi è scappata pure la lacrima quando, alla fine di un discorso di venti minuti circa, ha ringraziato i sostenitori che hanno sfidato l'afa romana per manifestargli il loro affetto. Poche migliaia di persone in via del Plebiscito che, ampiamente rifornite di bandiere della rediviva Forza Italia, hanno assistito all'ormai noto show di Berlusconi, fatto di attacchi alla magistratura, proclami di innocenza, vittimismo assortito e promesse di rimanere in campo.
Un discorso salutato da continue esultanze, ad eccezione di un momento, l'unico politicamente rilevante: la conferma del sostegno del centrodestra al governo Letta. Proclama accolto dai manifestanti con qualche borbottio di troppo: "Nessuno può venirci a dire che siamo degli irresponsabili. Non siamo degli irresponsabili perché abbiamo detto che il governo deve andare avanti e deve approvare i provvedimenti economici che abbiamo chiesto", ha detto Berlusconi dal palco, azzerando l'entusiasmo dei più appassionati tra i suoi.
Una dichiarazione di responsabilità attesa e preparata già con la 'lista dei partecipanti' alla manifestazione: niente ministri ed esponenti dell'esecutivo così da evitare le polemiche viste con la mobilitazione di Brescia, quando in piazza contro i magistrati c'erano anche Angelino Alfano e Maurizio Lupi. All'ordine di scuderia hanno disobbedito l'amazzone Michaela Biancofiore e Gianfranco Micciché, entrambi sottosegretari del governo Letta, e pronti a bacchettare i propri colleghi di esecutivo per l'assenza. "Penso che anche i ministri Pdl dovrebbero essere qui" ha spiegato Biancofiore, "Non e' una manifestazione sovversiva e non credo ci lasceremo intimidire nella nostra libertà di opinione e di pensiero".
Il resto della mobilitazione ha avuto il sapore di un film già visto, con toni tutto sommato pacati rispetto alle minacce di guerra civile lanciati da Sandro Bondi, già ieri censurato dal Quirinale. Berlusconi dal palco ha attaccato la magistratura, stavolta apostrofata come fatta di "impiegati che hanno fatto un compitino e vinto un concorso e ora sono indipendenti e non subiscono alcun controllo" e si è proclamato innocente rispetto alla condanna pronunciata in via definitiva dalla Cassazione.
Più interessante delle parole di Berlusconi è stata invece la scelta di simboli e bandiere davanti a palazzo Grazioli. Il palco allestito per l'occasione, e non autorizzato dal comune di Roma, presentava i simboli di Forza Italia e del Pdl uno a fianco all'altro, mentre gli organizzatori hanno martellato la via con il vecchio inno forzista e distribuito le bandiere tricolore. Per la sua difesa ad oltranza Berlusconi ha quindi deciso di affidarsi alla vecchia formazione politica, portata in campo con oltre un mese di anticipo rispetto alla presentazione ufficiale attesa per settembre. Un ritorno all'antico che conferma la natura personalistica del movimento.
Alle parole di Berlusconi, che secondo il generoso calcolo degli organizzatori sono state ascoltate da 25mila manifestanti, ha risposto con poco più di una battuta lo stesso Enrico Letta: "A fronte di questo sostegno rinnovato al governo, avremo modo di verificare i fatti concreti nei prossimi giorni. A maggior ragione, visto che si apre una settimana cruciale con importanti provvedimenti in cantiere e da approvare da parte delle Camere". Per adesso, condanna o non condanna, si va avanti tutti insieme.