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Zingaretti per ribadire il punto usa una metafora: “E’ come se vi invitassi tutti a pranzo e anche a cena, per fare bella figura, ma poi lasciassi il conto a qualcun altro". Così ha fatto Renzi, offrendo da un lato il rifinanziamento degli 80 euro, i contributi per gli assunti con il contratto a tutele crescenti e l’anticipo del tfr, ma lasciando i tagli quasi interamente sulle spalle degli enti locali, comuni e regioni. Continua Zingaretti: "Nessuno si sottrae a riaprire una fase che punta al rilancio del sistema Paese”, dice, “ma va fatto nella chiarezza dei messaggi ai cittadini e nell'assunzione di responsabilità di tutti. Tutti dobbiamo gestire le risorse che abbiamo per produrre politiche di spesa compatibili".
Insomma, non può essere che “le Regioni siano chiamate ora a condividere il raggiungimento di obiettivi di finanza pubblica dettati dall'Ue, e a finanziare scelte che non abbiamo preso noi ma il governo”. A Zingaretti bastano i guai del piano di rientro del debito sanitario, e le economie che la regione Lazio, come tante altre, già fa, sperando di non compormettere troppo il servizio offerto ai cittadini.
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Così però sarà inevitabile, almeno per il presidente della regione Lazio, tagliare: "Dobbiamo uscire dall'equivoco” continua, “la parola taglio dei trasferimenti agli enti locali significa taglio ai servizi che le regioni offrono ai cittadini". Significa quindi dar luogo al curioso cortocircuito che vede gli ottanta euro spesi per pagare nuove tasse locali o servizi prima gratuiti e ora a pagamento. Zingaretti conferma la lettura di Chiamparino: così si rischia di dover mettere mano “alla sanità, sicuramente, e al trasporto locale”.
Puntuale, via twitter, arriva la replica polemica di Renzi: "Tagliare i servizi sanitari è inaccettabile", scrive il premier, "non ci sono troppi manager o primari? E’ impossibile risparmiare su acquisti o consigli regionali?".
Tagliare i servizi sanitari è inaccettabile. Non ci sono troppi manager o primari? è impossibile risparmiare su acquisti o consigli reg.?
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 16 Ottobre 2014