Gli enti locali contestano la finanziaria del governo che per sostenere gli 80 euro taglia i trasferimenti di fondi al territorio. Anche Zingaretti (Lazio) dopo Chiamparino (Piemonte) prende posizione: “Vuol dire dover tagliare servizi”. E subito arriva la replica del premier

Non è uno che si espone molto, Nicola Zingaretti, non contro il governo del suo segretario, almeno. Eppure il presidente della regione Lazio sulla manovra “abbassa tasse” di Matteo Renzi mette da parte la diplomazia: “E’ semplice abbassare le tasse con i soldi degli altri”, dice col solito sorriso buono. La sua voce si aggiunge così, però, a quella durissima di Sergio Chiamparino, presidente piemontese e della conferenza delle regioni, uno che certo non può esser accusato di avercela col premier e che pure, in conferenza stampa, ha detto: “Piuttosto che ritoccare l'Irap mi dimetto”. Il punto di Chiamparino è chiarissimo: “Al taglio prospettato dal governo Renzi di 4 miliardi di euro vanno, sommati quelli decisi dai governi Monti e Letta pari a circa 1,750 miliardi. Si arriva così a 5,7 miliardi”. E sono “tagli insostenibili”, è il verdetto, “a meno che non si incida sulla spesa sanitaria o che non si cerchino maggiori entrate", cioè nuove tasse.

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Zingaretti per ribadire il punto usa una metafora: “E’ come se vi invitassi tutti a pranzo e anche a cena, per fare bella figura, ma poi lasciassi il conto a qualcun altro". Così ha fatto Renzi, offrendo da un lato il rifinanziamento degli 80 euro, i contributi per gli assunti con il contratto a tutele crescenti e l’anticipo del tfr, ma lasciando i tagli quasi interamente sulle spalle degli enti locali, comuni e regioni. Continua Zingaretti: "Nessuno si sottrae a riaprire una fase che punta al rilancio del sistema Paese”, dice, “ma va fatto nella chiarezza dei messaggi ai cittadini e nell'assunzione di responsabilità di tutti. Tutti dobbiamo gestire le risorse che abbiamo per produrre politiche di spesa compatibili".

Insomma, non può essere che “le Regioni siano chiamate ora a condividere il raggiungimento di obiettivi di finanza pubblica dettati dall'Ue, e a finanziare scelte che non abbiamo preso noi ma il governo”. A Zingaretti bastano i guai del piano di rientro del debito sanitario, e le economie che la regione Lazio, come tante altre, già fa, sperando di non compormettere troppo il servizio offerto ai cittadini.

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Così però sarà inevitabile, almeno per il presidente della regione Lazio, tagliare: "Dobbiamo uscire dall'equivoco” continua, “la parola taglio dei trasferimenti agli enti locali significa taglio ai servizi che le regioni offrono ai cittadini". Significa quindi dar luogo al curioso cortocircuito che vede gli ottanta euro spesi per pagare nuove tasse locali o servizi prima gratuiti e ora a pagamento. Zingaretti conferma la lettura di Chiamparino: così si rischia di dover mettere mano “alla sanità, sicuramente, e al trasporto locale”.

Puntuale, via twitter, arriva la replica polemica di Renzi: "Tagliare i servizi sanitari è inaccettabile", scrive il premier, "non ci sono troppi manager o primari? E’ impossibile risparmiare su acquisti o consigli regionali?".

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