Luca Lotti è “lampadina”, il sottosegretario dal carattere fumantino, considerato del terzetto quello più difficile da avvicinare. Marco Carrai è l’imprenditore immerso nei suoi affari, ma più disponibile ad ascoltare lamentele e richieste.
L’avvocato Alberto Bianchi è lo “zio saggio”, il mediatore per eccellenza, colui che sa ammorbidire i dissidi e trovare la quadra. Insieme Luca, Marco e Alberto formano quella che deputati e brasseur d’affari chiamano “la trinità”, il gruppo scelto a cui Matteo Renzi ha affidato la creazione di un nuovo sistema di potere che, all’ombra di Palazzo Chigi, deve gestire nomine pubbliche, dossier delicatissimi e interessi economici del Paese.
[[ge:espresso:plus:articoli:1.185257:article:https://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2014/10/23/news/leopolda-raduno-della-nuova-classe-dirigente-qui-nasce-la-lottizzazione-made-in-renzi-1.185257]]
Alla vigilia della Leopolda, con una lunga inchiesta di Emiliano Fittipaldi e Marco Damilano “l'Espresso” nel numero in edicola ricostruisce la prima mappa completa delle lobby nell'epoca di Renzi. In un dossier di dodici pagine vengono analizzati nomi, relazioni, modi e luoghi della nuova nomenklatura di potere, che evita i salotti alla Jep Gambardella, i ristoranti a rischio di microspie e preferisce incontrarsi nelle sale d'albergo o nei bar del centro di Roma, in modo da restare visibile ma defilata.
[[ge:rep-locali:espresso:285135388]]Una rete di rapporti nell'ombra che sta spazzando via la “vecchia ditta”, così veniva chiamato il sodalizio tra Gianni Letta e Luigi Bisignani. Con una nuova leva di figure emergenti, come Filippo Maria Grasso (Pirelli), Pasquale Salzano (Eni) e la “lobbista del papa” Francesca Chaouqui.
Mentre i protagonisti della stagione berlusconiana cercano di riposizionarsi. Stefano Lucchini e Leonardo Bellodi già dell'Eni, Gianluca Comin, ex capo delle relazioni istituzionali dell’Enel, mentre Fabio Corsico e Giuliano Frosini sono i soli che possono vantare ottime relazioni anche con il nuovo establishment renziano. Ma Palazzo Chigi può contare su un uomo di fiducia in tutte le società chiave delle partecipazioni statali, rivoluzionando i vecchi assetti di controllo politico e introducendo un nuovo manuale Cencelli nella gestione di poltroni e affari. Un apparato che avrà nella manifestazione della Leopolda il suo momento di gloria.
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