Nominato alle Infrastrutture, l'esponente del Ndc è accusato di aver voluto evitare la pubblicazione di un articolo  sull'Ora di Calabria relativo a una indagine nei confronti del figlio. Lui ha smentito, ma una telefonata lo inchioda

Il sottosegretario Antonio Gentile e il caso del giornale censurato

Il premier Matteo Renzi lo ha nominato da qualche ora sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, ma in Calabria il suo nome è nella bufera ormai da settimane. Forse non se l’aspettava più di far parte del Governo, il senatore Antonio Gentile. Ma il “miracolo” si è compiuto, nonostante il direttore del quotidiano “L’Ora della Calabria”, Luciano Regolo, abbia accusato l’esponente del Nuovo centrodestra di aver fatto pressioni per non far pubblicare la notizia riguardante un’indagine a carico del figlio Andrea.

Dopo la smentita di Gentile, adesso sul sito web dell’Ora è stata pubblicata la registrazione integrale della telefonata che inchioderebbe il senatore. «Chiama ‘sto Regolo e digli: devi cacciare ‘sta notizia».
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È la notte tra il 18 ed il 19 febbraio, quando Umberto De Rose, presidente di Fincalabra e stampatore dell’Ora della Calabria, contatta l’editore Alfredo Citrigno. La conversazione è l’ultima di una lunga serie. C’è fermento negli ambienti cosentini, poiché si è diffusa la notizia che Andrea Gentile, figlio del senatore Antonio, è indagato nell’ambito dell’inchiesta sulle cosiddette “consulenze d’oro” all’Asp di Cosenza. Tali fatti potrebbero nuocere alla reputazione della famiglia Gentile, proprio in un momento nel quale si decidono importanti equilibri politici.

E così, secondo quanto denunciato dal direttore Luciano Regolo, inizia un vortice crescente di pressioni, affinché la notizia venga censurata. Alle 00.28 del 19 febbraio arriva la telefonata chiave della vicenda. A chiamare è Umberto De Rose, lo stampatore. I toni sono eloquenti. Egli si pone quale mediatore tra i Gentile ed i Citrigno. Al giovane imprenditore, proprietario dell’Ora, viene “consigliato” di contattare quel direttore che non ne vuol sapere di togliere la notizia.

Ci prova in tutti i modi, De Rose, nonostante Citrigno dica chiaramente che Regolo minaccia le dimissioni in caso di censura. I tentativi dello stampatore vanno a vuoto, anche quando assicura che nessun altro giornale avrebbe dato notizia dell’inchiesta. Il direttore non cede.

Tutto finito? Nemmeno a parlarne. Perché all’improvviso, durante la notte, la rotativa di proprietà di De Rose subisce un non meglio definito guasto. Risultato: il giornale in edicola non ci arriverà mai. Da qui la denuncia di Regolo alla magistratura che ha aperto un’indagine sulla mancata pubblicazione del quotidiano. De Rose, da parte sua, ha rimandato al mittente le accuse, affermando di aver avuto un semplice guasto e che la mancata uscita del giornale nulla ha a che vedere con la notizia dei Gentile.

Smentita anche da parte del senatore, che ha detto di non saperne proprio nulla di tutta questa storia ed ha minacciato querele. Ma Regolo è andato avanti, forte delle prove in suo possesso. Una di queste è proprio la telefonata integrale registrata quella notte. Una conversazione che lascia poco spazio all’immaginazione.

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