L'iter di approvazione della legge di riforma elettorale è più che mai incerto. Anzi. Per i più, se il M5S dovesse incassare un buon risultato alle elezioni, bisognerebbe ripartire da zero

«L'Italicum nasce per mettere fuorigioco il terzo partito e impostare un bipolarismo europeo». «Se Grillo diventa il secondo partito alle Europee l'Italicum cade». Parola di Riccardo Nencini, leader del partito socialista, secondo del ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi.

Lo ha detto ad Agorà su Raitre facendo eco alle parole dell’ex ministro della difesa Mario Mauro, con i popolari nella maggioranza di governo: «Se il secondo partito sarà quello di Grillo» diceva sempre ad Agorà ad aprile, «l'Italicum salta». E l’Italicum salterebbe perché il risultato non sarebbe quello sperato: «mentre tutti pensavano che quella legge potesse servire per far fuori Grillo, adesso farebbe fuori Berlusconi e i conti non tornano».

Marco Travaglio
Una Costituzione riscritta dai bidelli
5/5/2014
La lettura di Mauro si sposa, pur con fini diversi, con quella del democratico più dissidente, Giuseppe Civati. L’ex sfidante alle primarie sul blog ha trasformato l’Italicum nel «Pizzarottum», riassumendo così quello che per Renzi sarebbe un paradosso provocato dalla soglia, bassa, fissata al 37 per cento, a cui scatterebbe il premio di maggioranza: «Perché quando si fanno le leggi elettorali pensando a qualcuno, poi magari finisce - come in altre occasioni - che ne trae vantaggio qualcun altro. E l’idea che ha ispirato Renzi e Berlusconi, via Verdini, potrebbe rovesciarsi completamente: l’idea di far fuori i terzi, potrebbe insomma far fuori i presunti primi e secondi». Finendo come a Parma dove a vincere è stato il Movimento.

Il renziano Matteo Richetti sul Messaggero è sicuro però che una legge elettorale si farà comunque, magari un po’ diversa. E se Berlusconi dovesse franare, lontanissimo da Grillo, facendo dietrofront sull’Italicum, «la maggioranza andrebbe avanti da sola». «La base sarebbe l’Italicum» dice però Richetti, che poi aggiunge senza dar troppo peso: «se qualcuno si facesse da parte, faremo modifiche e porteremo in ogni caso la legge elettorale a casa». Già, ma quali modifiche? «Preferisco non dare dettagli» dice all’Espresso, «ma è chiaro che se cambiano le forze che sostengono la legge, cambia anche il dibattito parlamentare».

E se a cambiare fosse la soglia a cui scatta il premio di maggioranza? «Quella è una delle richieste di Forza Italia» nota Richetti, che però non conferma possa esser quella la modifica, magari alzandola un po’, «ma» dice «i punti di discussione li conosciamo tutti, e vanno dalle primarie per legge, che noi volevamo e loro no, e dalla grandezza dei collegi, alle soglie di sbarramento e al premio di maggioranza». «L’idea che la legge elettorale sia legata al risultato di Grillo» è comunque la precisazione, «non rende giustizia alla nostra idea di politica».

Per i cinque stelle è però comunque facile raccogliere: «Quello che stupisce è la poca furbizia, perché almeno non andassero a dirlo in giro che fanno le leggi elettorali pensando a chi far fuori» dice all’Espresso Danilo Toninelli.

Ma se l’Italicum si fermasse, il Movimento andrebbe al voto con ciò che resta del Porcellum? Toninelli ricorda che il Movimento ha presentato «una legge alternativa», ma dice anche che «non è un problema andare al voto con un sistema proporzionale come quello del Porcellum post consulta».

Pazienza se così, anche se il Movimento dovesse vincere, salvo prendere più del 50 per cento, non riuscirebbe a fare il governo di cui ha parlato anche Casaleggio e l’effetto potrebbe esser quello di spingere nuovamente Pd e centrodestra alle larghe intese: in quel caso «la vecchia politica sarebbe definitivamente spazzata via».

Lo scenario è evocato direttamente da Beppe Grillo, che nel suo ultimo post sul blog dell’Italicum scrive che «sarà abbandonato come un ferrovecchio insieme alla riforma del Senato». Il post di Grillo è l’ennesima provocazione con richiami violenti. Dopo il discusso «sono oltre Hitler», Grillo evoca la «lupara bianca». Per l’ex comico ora leader politico, Monti, Letta e Renzi sono «gente che ha fallito e, come avviene per i mafiosi, chi fallisce viene punito». «Lupara bianca». «Il 26 di maggio, dopo le elezioni perse, partirà la caccia a Renzie», è scritto sul blog. E sullo scenario del voto, alle parole di Toninelli Grillo aggiunge la previsione: «Dovranno inventarsi un nuovo premier zombie per evitare le elezioni anticipate, dopo Rigor Montis, Capitan Findus e Renzie sarà il turno forse di Alfano in un governo di unità nazionale di cui Berlusconi deterrà la golden share».